Souchon in Turchia la fuga è finita

L'Ammiraglio Souchon

L’Ammiraglio Souchon

Braccato nell’Egeo da giorni, Souchon non ha più potuto attendere. Alle prime luci dell’alba ha lasciato Denusa, nell’arcipelago delle Piccole Cicladi e contro ogni aspettativa britannica, ha fatto rotta verso Costantinopoli. Alle 4 del pomeriggio è stato avvistato al largo delle coste della piana di Troia mentre Milne continuava a navigare nell’Egeo convinto che Souchon sarebbe tornato sui suoi passi per tentare di raggiungere l’Atlantico.

Alle 5 pomeridiane è arrivato presso la fortezza di Chanak, all’imbocco dello stretto dei Dardanelli. Non sapendo ancora quale sarebbe stata la reazione Ottomana l’intero equipaggio era stato messo in assetto di guerra mentre sull’albero maestro fece issare il segnale “Mandate un pilota”.

Il Ministro della Guerra turco, Enver Pascià, ha ricevuto la notizia dell’arrivo delle 2 imbarcazioni comandate da Souchon mentre era a colloquio con una delegazione militare tedesca. Sollecitato dalla necessità di una risposta in tempi rapidi da dare al comandante del forte, il Ministro Ottomano ha infine deciso di concedere il passaggio alle 2 navi, garantendo poi la copertura dei cannoni turchi in caso gli inglesi decidessero di seguire il Goeben nello stretto.

Sono le 10 di sera, un cacciatorpediniere turco si avvicina alle 2 navi tedesche segnalando di seguirlo. La lunga fuga del Goeben e del Breslau ha finalmente termine. Souchon è riuscito a mettere in salvo le 2 navi ma non è questo il risultato più importante da lui raggiunto: costringendo i turchi a dare protezione alle 2 navi, ha di fatto obbligato ad entrare in guerra l’Impero Ottomano.

 

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