Al fine di consolidare le conquiste dei giorni scorsi nel settore goriziano, Cadorna ha impartito ai comandi dei reparti impegnati nell’offensiva di sfruttare il momento favorevole giungendo all’occupazione dei monti Santo, San Gabriele e San Marco, ma le brigate Campobasso e Pescara sono state fermate dal tiro incrociato delle mitragliatrici e dell’artiglieria nemiche; nel contempo il II corpo ha tentato invano di prendere il Kuk. Sono inoltre state date disposizioni di continuare ad incalzare l’avversario sul Carso per impedirne il trasferimento di reparti verso il settore nord. In conseguenza degli ordini ricevuti i reparti dei corpi VI e VIII hanno attaccato le linee di resistenza nemiche, non potendo però usufruire dell’appoggio delle artiglierie, rimaste ancora troppo indietro o in fase di posizionamento, e non riuscendo quindi ad ottenere i risultati previsti. Appare chiaro come le posizioni occupate dagli austriaci non siano linee di difesa improvvisata, ma campi trincerati ben preparati da lungo tempo. Sul fronte del VII corpo sono state occupate le trincee nemiche tra i Sei Busi e il Cosich, oltrepassando l’abitato di Doberdò, ma non riuscendo a conquistare la sommità del Debeli, tenacemente difesa dall’avversario.
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