Nel settore del Grappa la 14a divisione ha assaltato il Col d’Aprile con la brigata Abruzzi (57° e 58° fanteria), ma i reticolati posti a difesa delle trincee avversarie hanno infranto l’impeto dell’assalto; sull’Asolone gli attacchi condotti dalle brigate Forlì (43° e 44° fanteria) e Siena (31° e 32°) sono stati respinti dal tiro ben inquadrato dell’artiglieria avversaria. Intanto la brigata Bologna (39° e 40° fanteria) ed il battaglioni alpini M. Pelmo hanno preso il Col del Cuc catturando 250 prigionieri appartenenti al 14° Schützen; le brigate Lombardia (73° e 74° fanteria) ed Aosta (5° e 6° fanteria), assieme al battaglione alpini Val Cismon, hanno attaccato tra il Col dell’Orso ed il Valderòa ma sono stati respinti con gravi perdite. La lotta sul massiccio del grappa è feroce ed accanita, fatta di continui scontri alla baionetta che durano per ore. Diaz si è recato presso il comando della 4a Armata ed ha conferito col generale Giardino, il quale ha esposto la situazione di grave logorio delle sue truppe che in questi primi tre giorni di combattimenti hanno subito ingenti perdite; considerando raggiunto l’obiettivo strategico, ossia l’aver inchiodato sul Grappa le forze nemiche e le riserve del settore a vantaggio dell’azione che si sta preparando sul Piave, Diaz ha concordato con Giardino la sospensione degli assalti, stante però la continuazione del tiro dell’artiglieria per mantenere impegnate nel settore le forze nemiche qui schierate.
Intanto sul Piave i pontieri hanno cominciato i lavori di allestimento dei ponti per traghettare sulla sponda sinistra del fiume i reparti italiani e britannici che ieri hanno preso le Grave di Papadopoli; la piena del fiume rende difficile e rischiosa l’impresa, ma favorisce il fattore sorpresa a danno degli austriaci che non si aspettano l’attraversamento del fiume in queste condizioni.
