Il generale “fucilatore” Andrea Graziani

Andrea Graziani è nato a Bardolino nel 1864; sottotenente nel 1882, è stato in Eritrea nel 1887, successivamente capitano nel 2° alpini e nel 1895 è passato alla brigata Ancona. Nel 1914 era colonnello presso l’11° bersaglieri e successivamente al 15° bersaglieri, per poi divenire generale di brigata allo scoppio della guerra nel 1915; è stato al comando delle brigate Jonio e Venezia e della 44a divisione nel 1916 sul Pasubio. Ha poi comandato la 33a divisione sul Carso e come tenente generale ha partecipato alla ritirata dopo Caporetto distinguendosi per i metodi brutali verso la truppa. Il generale Graziani ha più volte ordinando all’artiglieria di sparare sui soldati dei reparti da lui comandati per spingerli ad avanzare, dando la caccia col moschetto a quelli che tornavano indietro dagli assalti. Il 3 novembre del 1917 ha ordinato la fucilazione del soldato Alessandro Ruffini (classe 1893), reo di avergli fatto il saluto senza prima essersi tolto dalla bocca il sigaro che stava fumando; Ruffini è stato brutalmente bastonato dal generale Graziani per poi essere fucilato. Nel novembre del 1917 ha comandato il 1° raggruppamento alpini ad Asiago e nell’aprile del 1918 ha avuto dal Ministero della Guerra l’incarico di costituire un corpo di volontari cecoslovacchi con i prigionieri austro-ungarici di quella nazionalità. Dati i metodi brutali da lui sempre utilizzati verso i soldati, il generale Andrea Graziani si è guadagnati l’appellativo di “fucilatore”.

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