Terminata l’offensiva sull’Isonzo: il bilancio

Cadorna ha ordinato la sospensione delle operazioni sia sul Carso che nel settore goriziano, raccomandando il consolidamento delle posizioni conquistate; la decisione è stata presa per l’esaurimento della spinta offensiva data la stanchezza dei reparti oltremodo provati dalle fatiche e dalle perdite subite, nonché dalla penuria di munizioni per l’artiglieria. Anche gli austriaci, allo stremo delle forze, hanno sospeso i contrattacchi contro le posizioni conquistate dagli italiani. Nel complesso i risultati conseguiti nell’offensiva sono degni di nota, particolarmente per la conquista della linea Kuk-Vodice per la 2a Armata e l’avvicinamento all’Ermada per la 3a Armata. Complessivamente però, le perdite sono state ingenti e sproporzionate ai risultati conseguiti: 581 ufficiali morti, 2.656 feriti e 347 dispersi; 12.835 morti, 71.232 feriti e 24.125 dispersi tra la truppa. In totale gli italiani lamentano quindi 111.776 uomini posti fuori combattimento (molte brigate hanno perso più di metà degli effettivi, ed alcune di esse la quasi totalità degli ufficiali).

Gravi anche le perdite lamentate dagli austro-ungarici: 7.300 morti, 45.000 feriti e 23.400 dispersi, per un totale di 75.700 uomini fuori combattimento; più di 7.000 soldati austriaci sono stati fatti prigionieri. A fronte delle spaventose perdite subite dai nostri reparti, il terreno occupato supera appena i venti chilometri quadrati, mentre il costo delle munizioni utilizzate supera il miliardo di lire.

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