Il generale principe Maurizio Ferrante Gonzaga

Maurizio Ferrante Gonzaga è nato a Venezia il 21 settembre del 1861. Nel 1879 è entrato nella Scuola Militare di Modena divenendo sottotenente nel 1881 presso il 44° fanteria (brigata Forlì); tenente nel 1883, dal 1886 al 1889 ha frequentato la Scuola di Guerra a Torino e nello stesso hanno è divenuto capitano, maggiore nel 1899 e nel 1900 ha insegnato storia militare presso la Scuola di Guerra di Torino, per poi divenire tenente colonnello nel 1904. Nel 1909 è entrato nel comando del IV corpo d’armata agli ordini di Luigi Cadorna e nel 1912 ha avuto il comando del 42° fanteria (brigata Modena); ha poi partecipato ai combattimenti in Cirenaica, divenendo colonnello e successivamente maggior generale. Nel novembre del 1914 ha assunto il comando della brigata Salerno (89° e 90° fanteria). All’inizio della guerra nel 1915 è stato agli ordini del generale Frugoni e in ottobre ha assunto il comando della 9a divisione di fanteria, ha combattuto sul Podgora, in Val d’Astico e nel luglio del 1916 ha conquistato il monte Cimone venendo ferito e guadagnandosi una Medaglia d’Argento e la promozione a tenente generale; nella sua azione di comando si è sempre distinto come grande trascinatore dei suoi uomini, esponendosi nelle trincee di prima linea. Nel gennaio del 1917 ha assunto il comando della 53a divisione di fanteria. Il 18 maggio del 1917 alla testa della sua divisione ha conquistato l’importantissima posizione del Vodice, respingendo i contrattacchi nemici spronando continuamente i suoi soldati; la sua divisione soffrì la perdita di 406 ufficiali e 12.365 militari di truppa, catturando 7.000 prigionieri austriaci di cui 200 ufficiali. Al generale Gonzaga è stata conferita una Medaglia d’Oro al Valor Militare per l’eroico comportamento tenuto nel corso della vittoriosa battaglia. Nell’agosto del 1917 gli è stata conferita una seconda Medaglia d’Argento al Valor Militare per le ferite conseguite mentre guidava un battaglione della riserva. Alla battaglia di Caporetto ha contribuito a rallentare l’avanzata nemica sul Natisone, rimanendo ferito dallo scoppio di una granata mentre era in ricognizione con un reparto di cavalleggeri; ha perso tre dita della mano destra, rimanendo comunque al comando dei suoi uomini finché le condizioni lo hanno consentito.

FacebooktwitterredditpinterestlinkedinmailFacebooktwitterredditpinterestlinkedinmail

www.notiziedalfornte.it: La prima guerra mandiale dopo 100 anni powered by P2Easy.com