Proditorio attacco dell’esercito bulgaro

Senza una dichiarazione di guerra, le forze bulgare ammassate sul confine serbo sono entrate in azione, hanno varcato la frontiera e hanno perpetrato azioni offensive su piccola scala.

Secondo la stampa greca due divisioni bulgare sarebbero penetrate in territorio serbo in direzione Kniashvatz.

In un proclama alla propria nazione, Re Ferdinando ha detto:

“Abbiamo fiducia nella Germania, che lotta contro tutto il mondo per mantenere gli obblighi del trattato che la univa all’Austria. La Bulgaria deve combattere a fianco del vincitore e commetterebbe un suicidio se non combattesse a fianco degli imperi centrali, i quali le offrono la sola possibilità di realizzare l’unione di tutta la nazione bulgara”

Circa l’intesa raggiunta tra Berlino, Vienna e Sofia, Re Ferdinando chiarisce che le concessioni degli austro-tedeschi consistono in “parte della Serbia, che ci assicurerà la frontiera comune con l’Ungheria, assolutamente necessaria per renderci indipendenti dai serbi”. Tali accordi coinvolgerebbero anche territori appartenenti alla Grecia, al momento non belligerante, prevedendo il passaggio alla Bulgaria di tutta l’Albania settentrionale e meridionale, tutta la Macedonia serba e greca, con Cavala, Drana, Seres, Florina e Kastoria.

Il proclama di Re Ferdinando e le rivelazioni dei quotidiani greci hanno creato i presupposti per una nuova crisi politica in Grecia. Il Primo Ministro Venizelos ha promesso che non ostacolerà l’opera del Governo appena insediato ma che vigilerà perchè venga salvaguardata la salute nazionale del Regno ma il precipitare degli eventi rischia di travolgere comunque Atene giacchè, con l’entrata in guerra della Bulgaria, la posizione Serba da precaria è divenuta quasi disperata.
La diplomazia inglese sta cercando con tutte le forze di spingere la Grecia fuori dalla neutralità ma sembra che anche le notizie del trattato tra Germania e Bulgaria non siano in grado di vincere le perplessità, da più parti catalogate come paure, di Re Costantino che ancora cerca di salvare il proprio Regno dal conflitto attenendosi ad una politica ambigua che permette il passaggio di truppe dell’Intesa sul proprio territorio pur non prendendo parte attiva alla guerra.

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