Con una mossa a sorpresa – che in realtà ha causato molte perplessità – lo Zar Nicola II ha assunto personalmente il comando delle Forze Armate russe e si è insediato nel quartiere generale per vigilare sugli sviluppi della violentissima battaglia per la Polonia e la Galizia. La scelta dello Zar pare essere intimamente legata e conseguente alla forti critiche del Parlamento Russo alle alte sfere militari e alla destituzione dell’Arciduca Nicola. Con questa scelta però lo Zar si assume ora personalmente la responsabilità di qualsiasi successo e insuccesso dei propri eserciti e, pertanto, questa mossa – volta anche a ridare coraggio e fiducia alle truppe russe duramente provate da settimane di costanti combattimenti e una ritirata che le ha portate indietro rispetto al punto di partenza di agosto dell’anno scorso – rischia di avere conseguenze tragiche nel caso in cui la situazione non si stabilizzi velocemente.
La giornata di oggi è stata segnata da numerosi scontri di retroguardia risoltisi a favore degli Imperi Centrali e dall’avanzata dei austro-ungarici nel settore centrale del fronte, lungo la ferrovia Lemberg-Rovno. Lo scontro maggiore si è tenuto a Radziviloff e, iniziato ieri e finito questa mattina con la ritirata russa, è durato quasi una giornata intera. Le truppe austriache hanno attaccato frontalmente un grosso reparto russo fortemente trincerato. Lo scontro è stato violentissimo, specialmente attorno al castello di Podkamen.
Il copione è stato il solito: i comadanti russi hanno ammassato la fanteria in lunghe linee mentre gli attaccanti hanno aperto grossi varchi con la propria artiglieria, causando dolorissime perdite, per poi avanzare con la fanteria. I violenti combattimenti che sono seguiti si sono spesso risolti con scontri corpo a corpo. Dove le truppe russe hanno avuto la meglio, le colonne nemiche si sono ritirate lasciando alla propria artiglieria il compito di falciare i difensori, per poi tornare subito all’attacco.
Dopo molte ore di combattimento, i soldati dello Zar hanno ceduto e hanno lasciato il campo di battaglia e oltre 3.000 prigionieri. La vittoria a Radziviloff ha aperto per le truppe di Francesco Giuseppe la strada per creare una testa di ponte oltre il fiume Ikwa e minacciare di accerchiamento la fortezza di Dubno, rimasta indifesa sulla riva dell’Ikwa controllata dalle truppe tedesche e austro-ungariche.
La sorpresa della giornata, forse legata alla nuova guida da parte dello Zar, è arrivata però dalla parte più meridionale del fronte. Lungo il Sereth, nei pressi di Tarnopol, gli eserciti zaristi – forti di nuove truppe giunte con la linea ferroviaria Kieff-Shmerinka-Proskuroff-
Londra non sminuisce l’importanza dello scontro. Secondo i quotidiani britannici le truppe tedesche e austro-ungariche si stavano ammassando per scatenare un’offensiva con lo scopo di tagliare le linee russe, penetrare in profondità e, sfruttando la linea ferroviaria usata dai russi per far giungere i rinforzi e passare al contrattacco, accerchiare le truppe nemiche per conseguire una vittoria schiacciante e forse decisiva per il settore meridionale.
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