Liegi sotto attacco

Le fortezze di Liegi – Le fortezze di Liegi – 60.000 uomini e 100 cannoni – La richiesta di resa

 

Varcata la frontiera, le truppe germaniche lungo la propria marcia verso Parigi hanno di fronte il primo grosso ostacolo della linea difensiva belga: la piazzaforte di Liegi.

Gérard Leman, comandante della piazza di Liegi

Gérard Leman, comandante della piazza di Liegi

Costituita da un sistema difensivo di dodici fortezze in una cintura a sette chilometri dal centro della città di Liegi, la linea fortificata è stata costruita a cavallo tra il 1880 e il 1890. Le mura difensive sono progettate per resistere al fuoco dei cannoni da 21 cm che è poi anche il diametro dei cannoni più potenti alloggiati nelle casematte blindate e azionate da motori a vapore. Oltre 170 cannoni di grande calibro sono puntati sulle direttrici di avanzata di un eventuale esercito aggressore mentre la difesa di prossimità è delegata ai più numerosi cannoni di calibro più piccolo: 57 millimetri.

La linea tra i forti è difesa da una guarnigione che solo ieri il Luogotenente Generale Gérard Léman, a cui è affidata la difesa della piazza di Liegi, ha aumentato a 30.000 uomini attingendo dalle riserve dell’Esercito belga. Stando alle notizie frammentarie giunte in redazione è lungo questa direzione che l’offensiva tedesca si sta sviluppando mentre sui forti stanno facendo fuoco i cannoni di grande calibro.

Erich Ludendorff, comandante dell'85esima brigata di fanteria

Erich Ludendorff, comandante dell’85esima brigata di fanteria

L’Esercito Imperiale si è presentato nei sobborghi di Liegi forte di 60.000 uomini con 100 cannoni tra cui i temibili Bertha prodotti dalla Krupp: si tratterebbe di cannoni dal diametro di 40 cm, capaci di sparare proiettili più penetranti e distruttivi di quelli per cui i forti sono progettati e di farlo da una distanza di sicurezza alla quale sono virtualmente invulnerabili. Le truppe del Kaiser sono guidate dal Generale Erich Ludendorff.

Poco prima dell’attacco le truppe imperiali, inviato un messaggero con bandiera bianca, hanno chiesto la resa dei forti. la risposta di Léman è stata un no irrevocabile al quale è subito seguito l’attacco tedesco diretto sopratutto ai forti di Chaudfontaine, Fléron, Évegnée, Barchon e Pontisse. Sfruttando la copertura urbana tra un forte e l’altro, le truppe tedesche hanno cercato di avanzare e hanno ingaggiato combattimenti casa per casa con i difensori. Secondo il Governo Belga l’attacco tedesco è stato respinto con pesanti perdite. Secondo l’Esercito tedesco le truppe germaniche hanno raggiunto gli obiettivi e i forti hanno mostrato di essere vulnerabili al fuoco dell’artiglieria pesante e a breve cadranno uno ad uno. Le perdite da ambo le parti sono ingenti.

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