Le forze russe abbandonano Vilna. I tedeschi sfondano tra la Vilja e il Niemen

Le incursioni di cavalleria tedesca si sono sviluppate ancora più in profondità e hanno minacciato l’unica linea ferroviaria Vilna-Lida-Baranovichi. Per non rischiare di vedere tagliata l’unica via di ritirata degli eserciti impegnati nella difesa di Vilna, l’Alto Comando russo ha deciso di evacuare la città e ritirare buona parte delle truppe rinforzando, finchè possibile e necessario, il presidio a difesa di Lida che è attualmente il più esposto agli attacchi tedeschi e il punto dove più probabilmente le forze di Berlino cercheranno di sfondare per rendere inservibile ai russi la linea ferrata.
La ritrata da Vilna benchè temuta non era attesa così presto. Gli eventi sono precipitati dopo che ogni tentativo di arginare la cavalleria tedesca è fallito. I reparti di incursori tedeschi sono riusciti ad aggirare le difese russe e a incunearsi profondamente battendo a più riprese la cavalleria russa lanciatale contro nel tentativo di arrestarla.
La caduta di Vilna è l’ennesimo duro colpo per le forze zariste che si trovano ormai respinte dai più grandi centri logistici e di distribuzione e allontanate dalla linea difensiva approntata in tutta fretta nelle ultime due settimane. Non è dato sapere se le riserve, nel frattempo, sono riuscite a stabilire una linea arretrata sulla quale ora le truppe in ritirata dalla linea del fronte potranno cercare di attestarsi per resistere all’incalzare del nemico.
Il fronte russo è rotto in più punti tra la Vilja e il Niemen, annuncia Berlino, e il Comando Russo non smentisce la difficoltà delle forze russe e la criticità del momento ma insiste sulla ritirata in buon ordine delle truppe di Nicola II che si allontanano da Vilna “a bandiere spiegate e al suono dei tamburi”, invinte.
La stretta tedesca attorno a Dvinsk si fa più serrata ma i dispacci da Pietrogrado parlano di costosissimi assalti tedeschi, respinti con pesanti perdite, e dell’artiglieria tedesca che batte le linee russe nel disperato tentativo di aprire un varco per i soldati del Kaiser.
La difesa di Dvinsk è cruciale e la preoccupazione, anche a Londra, per questa battaglia è palpabile. Dovesse Dvinsk cadere tutto il fronte russo potrebbe vacillare irrimediabilmente e, sopratutto, Riga diverrebbe indifendibile dando il via libera ad una cospicua avanzata tedesca.
Nessuna vittoria tedesca potrà costringere la Russia ad una resa nel 1915, si continua a sostenere. E infatti, anche qualora il fronte cadesse, le distanze da percorrere per i tedeschi sono così vaste e il tempo alla stagione fredda così breve che è improbabile che una rotta si possa trasformare in una catastrofe per l’Impero russo. A preoccupare le Potenze dell’Intesa è sopratutto la tenuta dell’Impero di fronte a un numero così grande di sconfitte schiaccianti. Le altissime perdite, la fatica per mesi di incessanti combattimenti e ritirate, la cattura di interi eserciti, la caduta di importanti città e l’abbondono dell’intera Polonia e di buona parte della Lituania hanno impressionato il popolo dello Zar e demoralizzato il suo esercito.
Rapporti di osservatori internazionali parlano apertamente di diserzioni dilaganti in seno alle forze armate. La caduta di Dwinsk e successivamente di Riga potrebbero essere il colpo di grazia e potrebbero avviare una rivolta simile a quella successiva alla disfatta nella guerra con il Giappone e quindi l’impossibilità di proseguire la guerra.
Un’insurrezione generalizzata costringerebbe certamente lo Zar alle trattative per una pace separata con Berlino e Vienna e quindi consentire agli Imperi Centrali di spostare le truppe sul fronte francese, italiano e serbo.
Questo, in sintesi, è il peggior scenario possibile e, per quanto improbabile, sembra possibile e imminente.
Tutto dipende da Dwinsk.

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