La prima medaglia d’Oro al valore militare conferita all’eroico Bersagliere Giuseppe Carli

Sua Maestà ha conferito la prima medaglia d’oro al valore militare al Bersaglieri Sergebte Giuseppe Carli, caduto nella battaglia del Mrzli il primo giugno scorso.

“In un critico combattimento, in cui era di estrema necessità l’occupare una posizione per proteggere il riordinamento di altre truppe e dar loro il tempo di riaversi da una sorpresa, con straordinario slancio, trascinando con l’esempio tutta la propria squadra, raggiunse, primo del suo plotone, l’appostamento indicato, furiosamente battuto dal tiro di mitragliatrici nemiche. Ferito gravemente per due volte, non cessò dall’incitare con la voce e con gli atti, bersaglieri e graduati. Colpito ancora due volte, si trascinò, con stoicismo e coraggio impareggiabili, fino a pochi metri dal ciglio dell’appostamento, e quivi, fulgido esempio di tenacia, gridò le sue ultime parole ai dipendenti che avrebbero voluto soccorrerlo: “Andate a sparare! “, e gloriosamente spirò. Monte Mrzli, 1° giugno 1915. “

Nato a Barletta il 16/02/1896 e appena diciannovenne, Giuseppe Carli aveva interrotto l’anno scorso gli studi di ragioneria in cui aveva raggiunto il terzo anno, per arruolarsi come allievo sergente nel corpo dei Bersaglieri, 11° Reggimento. Dopo alcuni mesi, all’inzio dell’anno, venne trasferito con lo stesso grado, al 12˚ Reggimento, IV compagnia, 23˚battaglione. Allo scoppio del conflitto, il suo battaglione fu tra i primi inviati ad attraversare l’Isonzo e si scontrò subito con un nemico agguerrito.

Nell’azione di guerra del primo giugno, il Sergente Carli si è lanciato all’assalto, guidando un manipolo di quindici soldati, contro una postazione nemica. Carli è davanti a tutti e incita gli altri a non fermarsi e a sparare. Il fuoco nemico e’ terribile e il giovane Sergente è colpito al braccio sinistro e poi alla spalla. Rallenta ma non si ferma. “Coraggio coraggio a momenti saranno qui i nostri”, incita i commilitoni mentre molti cadono a terra colpito dagli austriaci. Altri due colpi lo raggiungono al petto. “Non vi curate di me.. andate, andate..” dice con un ultimo alito di vita. Nel frattempo i soccorsi arrivano e il nemico e’ ricacciato. Il Comandante giunge e rende omaggio alla salma: “Eccolo il vostro sergente che ha dato la vita alla Patria. Inginocchiatevi bersaglieri e ispiratevi a lui per essere degni figli di questa Italia”, sono le sue parole.

Pubblichiamo qui di seguito la sua ultima lettera al padre, inviata poche settimane prima dell’inizio della guerra:

Azzida, 14 maggio 1915.

Carissimo padre
A voler dire la verità ho dovuto attendere sino ad oggi per poterti scrivere. Ho mandato a mezzo di un caporal maggiore di Canosa che era con me e che poi è venuto a Barletta un bigliettino diretto a mio fratello perché giusto come mi aveva scritto doveva ritornare da Minervino il giorno 3 mentre poi non è ritornato. Non ho potuto scrivere prima perché sin dalla settimana scorsa siamo stati a lavorare sui monti a fare le trince e le strade di comunicazione perché questa povera regione era ed è ancora priva di strade. Essendo stati in montagna, alla mensa non abbiamo più potuto convivere e perciò abbiamo dovuto mangiare con quelle 2 lire che ci danno di paga. Figurati, non avanzava nemmeno un soldo e non si era mai soddisfatti perché i viveri vanno molto cari. Basti dire che il pane costa ad 80 centesimi al chilo, e poi è pane nero, poco cotto come la pasta. Un piatto di riso fatto così alla buona ci costa L. 0.40, una bistecca L. 0,50. Figurati se le 2 lire bastano al giorno a voler mangiare, limitatamente 2 volte al giorno.

Di conseguenza poi, benché avrei potuto fare una scappatina a Cividale per farmi le fotografie, non ci son potuto andare perché senza un soldo. Non dico che io volessi richiedere questa grossa somma di denaro, per andare a Cividale, mi basterebbe anche 5 lire per farmi le fotografie. Mi potrai dire che non si sa di dove prenderle. Si ma quella gran buona mamma potrebbe dare una cinquantina di soldi, la nonna potrebbe dare una liretta, tu volendo, sacrificandoti potresti metterci qualche altro soldo e anche a non voler spendere, 0.40 per spedirle a mezzo raccomandata, potresti metterle in una lettera regolare, ben chiusa, con un indirizzo chiaro, e la busta della lettera piuttosto di carta opaca, perché mi arrivino lo stesso con la semplice spesa di cent. 10. Volendo potresti mandarmeli facendo un sacrificio enorme.

Per i fatti successi in Libia è probabile che le nostre compagnie mandino dei rinforzi in Tripolitania. Lì ci sarà bisogno di sottufficiali io vi farò domanda di andarci perché qui mi son seccato veramente di stare. Forse ed è probabile che il giorno 20 andiamo via da Azzida e andremo sopra un monte coperto di neve, il più alto e si chiama Matajur sopra il quale passa il confine. Là poi non ne parliamo di poter andare a Cividale perché c’è la distanza di 34 Km. perciò allora sarà impossibile farmi le fotografie. Noi qui abbiamo saputo che l’onorevole Salandra sta facendo le sue dimissioni dal potere, e si dice che verrà quella testa matta di Giolitti. Sarà certo un bello sconvolgimento al Senato, ma per conto mio e a parere di tutti quanti ne siam qui, la guerra si deve fare se non per volontà della nazione poiché l’Austria sarebbe disposta a cedere un bel tratto del Trentino, della Gorizia sino all’Isonzo e due isole della Dalmazia che non sono propriamente quelle richieste dall’Italia, ma la guerra la deve fare per poter affermare i suoi diritti ed anche perché è obbligata dall’Inghilterra che sin ora ci ha fornito tutti i mezzi. Poi lo scopo di questa guerra non sarebbe limitato alla semplice richiesta di quel territorio, ma essa ha l’obbiettivo pure di disfare, di annientare, di distruggere la Germania e l’Austria.

Questo è proprio lo scopo della guerra europea, se non fosse questo il fine, l’Inghilterra nemmeno sarebbe stata una nazione belligerante, la pace europea da quanto tempo si sarebbe fatta. Il resto, tutte quelle cose che si dicono, son tutte chiacchiere, sono semplicemente voci che corrono col vento; ma quello è il fine di questa guerra, e l’Italia è anche essa obbligata alla partecipazione. Questa mattina mi è arrivata una lettera di mio fratello la quale mi annunzia che sei ammalato. Che cosa hai? Nientemeno che non mi fai sapere niente, e poi da casa non me lo potevano scrivere? Fammi sapere qualche cosa. È da un anno e tre mesi che sto fuori casa, e quant’anche ci siamo scritti, non son riuscito a sapere niente della particolarità di famiglia. Perché questo? Perché non dirmelo? Così anche di mio fratello, non ne ho saputo mai di quel che ha combinato.

Tutti i giorni, qui da parecchi bersaglieri richiamati vengo a conoscenza di tante piccole cose a me veramente ignorate e che nemmeno da me solo potevo immaginare. La mia famiglia è quella stessa di prima? Non ha fatto nessun cambiamento? è ancora la stessa babilonia? Son cose veramente incredibili; io non son di convincermi; son persuaso che sia proprio così. Io non lo so; ancora in campagna state ad abitare? Come gli arabi? Non vi sentite privati di un po’ di decoro personale? Come mai che la mia famiglia è ridotta così proprio ai minimi termini, proprio al di sotto di quelle di origine cafonesche? L’abbiamo un po’ d’amor proprio? Mio fratello Vincenzo non è come prima, un lazzarone? E Giovanni non sarà peggio di Vincenzo? Scommetto che quegli non saprà nemmeno scrivere il suo nome e cognome perché si vedeva che era il più svogliato, e anche perché non gli saranno stati dati tutte le cose necessarie per un bambino. Che fa? Si ricorda di me, scommetto che no. Forse non saprà nemmeno che oltre a Gaetano, a Vincenzo, abbia un altro fratello quale sono io. Questo poi non solo si estende su Giovanni, ma a tutto il resto della famiglia che non sa che anch’io ci sono tra i viventi su questa terra. Non continuo più perché come si vede mi viene a mancare anche la carta. Non faccio altro che salutare tutti e tu abbi i miei abbracci.

Tuo figlio Giuseppe

Fammi sapere tutto ciò che ho domandato e scrivimi presto. Se puoi spedirmi un cinque lire, mandamele subito se no nemmeno le fotografie mi posso fare.

FacebooktwitterredditpinterestlinkedinmailFacebooktwitterredditpinterestlinkedinmail

'La prima medaglia d’Oro al valore militare conferita all’eroico Bersagliere Giuseppe Carli' has no comments

Be the first to comment this post!

Would you like to share your thoughts?

www.notiziedalfornte.it: La prima guerra mandiale dopo 100 anni powered by P2Easy.com