La nuova guerra

Le offensive fallite – La situazione degli eserciti – La trincea – La nuova guerra

 

Con i fallimenti delle offensive anglo-francesi nel settore nord e quello della controffensiva tedesca a Ypres, sembra essere sfumata completamente la possibilità di una conclusione veloce del conflitto.

Alla vigilia delle grandi manovre avvolgenti che gli eserciti contrapposti hanno cercato nel nord della francia, una sezione sempre più grande del fronte occidentale era coperta da una fitta rete di trincee nelle quali un numero sempre maggiore di soldati si era letteralmente sepolto. Esaurita la spinta offensiva degli anglo-francesi, l’esercito guidato da Falkenhayn ha provato con coraggio, caparbietà – e alla fine disperazione – a fare breccia nel settore di Ypres. Il costo in vite umane e materiali bellici, per entrambi gli schieramenti, è stato incredibile e senza precedenti. In poche settimane interi reggimenti hanno letteralmente cessato di esistere mentre i combattimenti divoravano divisioni ad un ritmo impensabile.

Mentre le retrovie venivano ingolfate di feriti e bossoli di munizioni sparate dall’artiglieria, l’esercito tedesco si è lanciato in ripetuti assalti nel tentativo di fare breccia lungo il fronte tenuto dal BEF. Ogni offensiva è stata controbattuta ed arrestata con il fuoco delle armi della fanteria e dei cannoni dell’artiglieria caricata a granate esplosive e shrapnel. Più volte le truppe britanniche sono state sul punto di cedere ma per portare all’esaurimento le truppe britanniche, quelle tedesche hanno dovuto affrontare sacrifici, fatica e perdite tali da vanificare i successi e rendere impossibile lo sfondamento.

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Giovani volontari tedeschi

Al canto di Deutschland, Deutschland über alles, über alles in der Welt“, le truppe tedesche sono state lanciate in inutili e sanguinosi assalti il più assurdo e inconcludente dei quali è già passato alla storia come “il massacro degli innocenti di Ypres”. Le truppe appena ricostituite con molte reclute da poco giunte al fronte sono state lanciate in continui e infruttuosi attacchi spezzati dalla fucileria e dalle mitragliatrici anglo-francesi. Le perdite per molti di questi reparti sono arrivate ad un incredibile 70% facendo letteralmente cessare di esistere diverse unità di combattimento.

Calata la nebbia delle colline devastate di Ypres, il fronte si è presentato come un immenso e intricato reticolo di filo spinato e trincee, costellato di crateri di granate e martoriati resti umani rimasti insepolti nella terra di nessuno tra i due opposti schieramenti. Dal canale della manica fino alla frontiera con la svizzera, i contrapposti eserciti sembrano essere incapaci di prendere il sopravvento e sbloccare la situazione.

I francesi, scampato il pericolo della disfatta con la battaglia della Marna, bruciano dalla voglia di ricacciare i tedeschi dalle terre occupate ma non sembrano essere ancora in grado di passare all’offensiva avendo subito perdite strabilianti nei mesi di agosto e settembre e avendo mancato la possibilità di scardinare il fronte nemico nei tentativi di aggiramento del fianco nord tedesco.

Il BEF, al termine della battaglia di Ypres, ha praticamente cessato di esistere. Le perdite cumulate nelle battaglie da Mons a Ypres passando per la Marna, Aisne, La Bassée eYser, sono state praticamente pari al contingente iniziale. Solo l’arrivo dei rinforzi, i volontari arruolati nelle settimane immediatamente successive all’inizio delle ostilità, addestrati e mandati in tutta fretta oltre manica, ha consentito all’esercito continentale britannico di non consumarsi completamente e di rimanere operativo. Mentre i soldati professionisti ed esperti del piccolo BEF venivano uccisi o feriti uno ad uno, a loro supentravano le reclute inesperte. Ma il sacrificio britannico non è stato vano: le battaglie principalmente difensive combettute dal BEF hanno più di una volta avuto un ruolo importantissimo e hanno sorretto l’intero fronte prima sulla Marna e poi ad Ypres.

L’esercito tedesco ha bruciato ad Ypres buona parte delle riserve appena giunte dal fronte e, dovendo inviare velocemente ad oriente rinforzi per contrastare le truppe russe impegnate in decisive battaglie in Galizia, si è trovato completamente privo delle risorse umane necessarie per tornare all’offensiva. Il sopraggiungere dell’inverno pare aver messo la parola fine ad ogni speranza di una guerra di movimento ad occidente.

Lo strumento tattico della trincera non è affatto nuovo. Già dal tempo delle legioni di Roma e degli assedi medioevali, gli eserciti hanno più volte usato la strategia di scavare lunghe trincee per trovare riparo dal nemico. Con l’avvento della polvere da sparo questa consuetudine è stata rafforzata.

Nell’assedio di Yorktown, durante la rivoluzione americana, e poi nella guerra di secessione americana ( 1860-1864 ) più volte i rispettivi eserciti si sono avvicinati tenendosi al riparo scavando linee di trincee per avanzare. Cosa rende la situazione così complicata?

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Assalto francese, Assedio di Port Arthur 1904

La gittata, la precisione e la potenza delle armi da fuoco portatili e dell’artiglieria ha subito un aumento incredibile che evidentemente non è stato correttamente valutato da tutte le scuole militari. La dottrina francese, incentrata sull’Elan e sul cran ( letteralmente, budella ) disprezza la conduzione di battaglie difensive ritenendo lo “slancio vitale” e l’ardore delle proprie truppe tali da poter conquistare qualsiasi trincera. A contribuire a questa ottimistica visione sono forse stati alcuni osservatori che hanno partecipato allo scontro di Port Arthur ( guerra russo giapponese ) durante il quale le veloci e inaspettate offensive giapponesi hanno avuto esito estremamente diverso da quello degli assalti sul fronte occidentale.

Prima dello scoppio delle ostilità c’era una pervasiva convinzione che un conflitto globale non potesse essere economicamente sostenibile per via delle interconnessioni commerciali esistenti tra le principali potenze europee. Anche questa convinzione, unita a quella di un conflitto breve e decisivo, pare essere stata del tutto erronea. Le potenze europee hanno preparato la guerra per due decenni eppure allo scoppio della stessa si sono trovate impreparate a far fronte alle problematiche connesse ad un conflitto di questa proporzione. Nondimeno da ambo le parti nessun passo concreto è stato fatto per sbloccare diplomaticamente una situazione che dal punto di vista strettamente militare sembra essere ogni giorni di più un vicolo cieco.

Forte è la convinzione, comunque, che dietro le quinte gli alti ufficiali degli eserciti in guerra stiano cercando nuove soluzioni per i problemi di questa nuova guerra. La speranza è che la tecnologia, prima responsabile di questo incredibile e inedito stallo, possa essere anche la soluzione per sbloccare la situazione e far pendere l’ago della bilancia da una delle due parti in lotta.

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