La crisi travolge il Governo francese

Nonostante le dimissioni del Ministro degli Esteri Delcassè, il Governo di Renè Viviani sembra non essere in grado di sopravvivere alla grave crisi innescata dai fatti balcanici. Attaccato da più parti per i gravi rovesci diplomatici (l’allineamento della Bulgaria con gli Imperi Centrali e la solida neutralità della Grecia e della Romania) e per l’infelice situazione bellica, il Primo Ministro Viviani sembra non poter più disporre dell’appoggio necessario per governare. Salvatosi da un voto di sfiducia che lo ha visto sopravvivere con 372 voti contro 9, ma nel quale si è fatta sentire pesantissima la presenza di un numero altissimo di astenuti che avrebbero potuto ribaltare completamente la votazione, Viviani non ha avuto il tempo di consolidare la propria posizione per via delle pessime notizie che arrivano dal fronte francese dove l’offensiva anglo-francese si è arenata in una serie di logoranti scontri d’attrito.

La carta segreta del Governo Viviani era infatti l’offensiva di ottobre da lungo programmata con l’alleato inglese e per la quale erano stati fatti enormi sforzi materiali e umani. Per sfondare il fronte e riconquistare ampie regioni di territorio francese, le forze anglo-francesi avevano ammassato enormi quantità di artiglieria, munizioni e uomini. L’attacco, che doveva essere simultaneo su tre direttrici, aveva lo scopo di sfondare il fronte tedesco e chiudere due armate germaniche in una morsa d’acciaio costringendo la Germania ad abbandonare il territorio francese e, nella migliore delle ipotesi, alla pace.

Ma la battaglia si è svolta in modo completamente diverso dal previsto. L’offensiva inglese si è arenata quasi subito per la cronica mancanza di munizioni e l’insuccesso, sanguinoso e costosissimo in termini materiali e umani, è valso al Generale French più di una critica dai suoi subordinati e dal Governo britannico, che pure non naviga in buone acque per via dello scontro tra coscrizionisti e non. Le due offensive francesi invece si sono sviluppate più in profondità ma si sono scontrate con la superiore tattica difensiva tedesca che ha fatto un brillante uso del terreno per rallentare, contrastare e decimare le fanterie francesi mentre queste avanzavano e finivano lontane dal supporto della propria artigliaria e qui venivano letteralmente distrutte.

Per far fronte alla crisi di governo, Viviani ha iniziato una serie di consultazioni. Le voci di un possibile reimpasto sono di ora in ora più consistenti e verosimili. Il primo Ministro a perdere la propria carica sarà molto probabilmente quello della Guerra e il sostituto più probabile è il Generale Gallieni, ex comandante della piazza di Parigi e uno degli artefici principali della vittoriosa battaglia della Marna combattuta nel settembre scorso. L’altra situazione critica da chiarire è il nuovo responsabile del Ministero degli Esteri. Le forze socialiste vorrebbero diplomatici esperti come per esempio Pierre-Paul Cambon. Questa scelta, se venisse a concretizzarsi, segnerebbe una linea di continuità con il precedente Ministro Delcassè, essendo Pierre-Paul Cambon un diplomatico di fiducia dell’ex ministro e uno delle personalità chiave dietro l’avvicinamento della Francia e dell’Inghilterra nel primo decennio del ‘900.

Non è chiaro però quali siano le possibilità di un nuovo governo Viviani che, per forza di cose, dovrebbe appoggiarsi a forze di governo già sfiancate dagli eventi di questi ultimi mesi. Solo l’appoggio di personalità forti e stimate, come appunto il Generale Gallieni tra gli altri, potrebbe convincere e riaccendere la fiducia in un ministero che ad oggi sembra virtualmente inesistente e incapace di fronteggiare le difficoltà che la Francia ha davanti a sè.

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