bombarda italiana

La bombarda

Una delle principali difficoltà delle truppe avanzanti all’assalto delle trincee nemiche è quella di superare il reticolato posto a protezione delle stesse; si tratta di fasce spesso molto dense e alte anche un metro e mezzo, che impediscono l’avanzata delle fanterie. I mezzi per eliminare questo ostacolo passivo consistono nel semplice tagliare i fili con apposite cesoie, col connesso altissimo rischio di essere individuati e colpiti dal nemico, oppure battere il terreno antistante la trincea nemica con l’artiglieria, cosa non sempre possibile, dato che per raggiungere tale scopo è necessario avere pezzi di calibro sufficientemente grande: calibri minori non riescono a distruggere il reticolato e spesso si ottiene il risultato di ingarbugliare i fili rendendo ancora più difficile tagliarli. Un ‘alternativa è quella di piazzare sotto il reticolato nemico i tubi di gelatina, lunghi cilindri contenenti materiale esplosivo che vengono poi fatti brillare; anche qui però si espongono i soldati al possibile fuoco nemico durante il posizionamento, e non sempre tale mezzo distruttivo risulta efficace. Il Regio Esercito aveva anche studiato l’uso di bocche da fuoco che lanciavano arpioni collegati a delle funi che poi venivano tirate per sradicare il reticolato nemico, ma gli effetti sono stati alquanto deludenti. Risultati decisamente migliori si ottengono colpendo le difese accessorie avversarie con i proiettili lanciati dalle bombarde, un particolare tipo di mortaio a tiro arcuato, di dimensioni ridotte per l’impiego dall’interno delle trincee, capaci di lanciare proiettili con una elevata carica esplosiva (da non confondere con i lanciabombe, di calibro inferiore ed utilizzati esclusivamente contro la fanteria nemica).
Nel febbraio del 1916 il Regio Esercito ha istituito reparti specializzati di bombardieri, inquadrati nell’arma dell’Artiglieria.
Le bombarde possono lanciare bombe di peso variabile, con una gittata anch’essa variabile a seconda del tipo di modello (generalmente intorno agli 800 metri); per il raggiungimento degli obiettivi in termini di distruzione delle difese accessorie nemiche sono però necessari numerosi colpi, dato che essendo un pezzo ad anima liscia ne risulta limitata la precisione di tiro.

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