Il Montenegro si arrende all’Austria

Il piccolo e valoroso esercito montenegrino di Re Nicola I si è arreso alle forze austro ungariche. Fedele alleato della Serbia, il Montenegro era entrato in guerra subito all’inizio del conflitto nell’agosto del 1914 mobilitando una forza di circa 35.000 uomini comandati dal capo di stato maggiore generale Janko Vukotić ed inquadrato nelle forze serbe.

Dopo le vittorie conseguite nella prima parte del conflitto, la situazione per i serbo­-montenegrini è poi cambiata con la discesa in campo della Bulgaria che ha modificato radicalmente il quadro strategico dell’area balcanica determinando lo sfacelo del fronte serbo con la conseguente tragica ritirata dei serbi. L’esercito montenegrino si è trovato quindi a difendere i confini del piccolo regno di Re Nicola dall’avanzata austro­ungarica riuscendo ai primi di gennaio a fermare gli imperiali nella battaglia di Mojkovac. La valorosa resistenza montenegrina non è però bastata a fermare ulteriormente le soverchianti forze austriache che il 10 gennaio hanno conquistato lo strategico monte Lovćen a difesa della capitale montenegrina Cettigne, conquistata tre giorni dopo.

Contrario alla resa fino all’ultimo, in contrasto col suo governo, Re Nicola I è partito alla volta dell’Albania per prendere la via dell’Italia di Re Vittorio Emanuele III la cui consorte, la Regina Elena, è proprio la figlia di Re Nicola.

Le conseguenze dell’occupazione del Montenegro da parte dell’Austria­Ungheria hanno delle pesanti ripercussioni per l’Intesa ed in particolare per l’Italia che da settimane è operativa con una crescente forza militare nel paese. Ora dal Montenegro le forze imperiali minacciano direttamente il territorio albanese e gli strategici porti di Valona e Durazzo.