Re Nicola I del Montenegro

Il Montenegro si arrende all’Austria-Ungheria

Nella giornata odierna due alti ufficiali hanno firmato la resa all’Austria dell’esercito montenegrino. Sul piano politico la situazione è alquanto strana, non si sa a quale titolo e soprattutto chi li abbia autorizzati a tale gesto dato che il governo montenegrino ed il Re Nicola I sono in esilio a Brindisi. Alcune fonti ci dicono che probabilmente già nella giornata del 19 gennaio scorso alcuni accordi erano stati presi già da parte del generale Vukotic. Fatto sta che i regolari dell’esercito hanno ceduto le armi al nemico. Immediate le reazioni propagandistiche a Vienna: “Il Montenegro è uscito dalle fila dei nemici”.

La preoccupazione ora si sposta sull’Albania. Come è lecito chiedersi l’esercito austriaco si fermerà o continuera a marciare verso l’Albania, verso Durazzo e Valona ed il contingente italiano che vi è sbarcato?

truppe montenegrine

truppe montenegrine

La situazione in Montenegro era parsa sin da subito molto complicata. Agli inizi di gennaio, quando l’VIII Corpo d’armata austro-ungarico passò il fiume Tara minacciando le città di Pljevlja e Bijelo Polje le difese del Generale Vukotic concentratesi intorno a Mojkovac sembravano in una situazione già critica. NEgli scontro avvenuti tra il 6 ed il 7 gennaio i montenegrini respinsero con un insperato successo una serie di assalti austriaci, bloccando parte dell’esercito nemico e costringendo a spostare parte dell’avanzata di von Scheuchenstuel più a est. Il 10 gennaio cade Novi Pazar nella Serbia meridionale aprendo così la strada verso Podgorica. Contemporaneamente altri contingenti austriaci si mossero da Pristina verso Peć e lungo la linea Djakova-Prizren. Fu poi la volta della roccaforte del Monte Lovćen, cardine dei difensori montenegrini a protezione della capitale Cettigne: l’8 gennaio le forze austro-ungariche diedero l’assalto al monte, sostenute da fuoco delle navi da guerra della k.u.k. Kriegsmarine. Caduto il Lovćen le forze montenegrine si ritirarono in disordine. Il 13 gennaio gli austriaci entrarono a Cettigne. Qquello stesso giorno, scavalcando il sovrano, il governo montenegrino avviò i primi contatti per raggiungere un armistizio con l’Austria. La risposta auustriaca fu una richiesta di resa incondizionata. Il re Nicola e il gran parte del governo montenegrino partirono il 19 gennaio dopo 2 giorni di sospensione delle ostilità verso San Giovanni di Medua in Albania e poi verso l’Italia. Ai soldati montenegrini che si arrendono pacificamente gli austriaci hanno riconosciuto loro lo status di non combattenti e li hanno rimandati alle loro case.

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