Il Governo italiano e i dubbi su Cadorna

Il Ministro S. Sonnino

Il Ministro S. Sonnino

Da tempo sono trapelate indiscrezioni in merito a dissapori tra il Governo e il Comandante in Capo dell’Esercito. Ultima causa di attriti la missione italiana in Albania, direttamente gestita dal Ministro della guerra Zupelli e non controllata dal generale. Sappiamo che tra i ministeri romani si sta manovrando per cercare di sostituirlo, si fanno anche nomi di possibili sostituti ma al momento la situazione pare essere immobile, una sorta di tregua per convenienza politica e sociale come trapela dal documento venuto in nostro possesso, una lettera da Salandra a Sonnino, di cui riportiamo il contenuto di seguito.

Lo stesso Cadorna, dal canto suo, non è uno sprovveduto ed è conscio delle pressioni che si stanno facendo a Roma contro il suo operato. Non a caso da alcuni giorni, presso il suo quartier generale, alcuni giornalisti sono stati chiamati ad affiancarlo e a descrivere il suo operato, una sorta di addetti stampa che stando alle sue intenzioni , dovrebbero aiutarlo a mettere in risalto il suo operato a scapito della campagna denigratoria dei suoi oppositori romani.

IL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO, SALANDRA, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

L. p, Roma, 22 gennaio 1916.

Sarebbe superfluo svolgere le ragioni per le quali occorre fare ogni sforzo affinché dalla conferenza di oggi e dalle conseguenti deliberazioni del Consiglio dei ministri non derivi una crisi Cadorna. Forse ci si arriverà poi; e forse non sarà male. Ma adesso no: il paese non è preparato abbastanza e sopratutto non vi siamo preparati noi, governo, perché non abbiamo pensato al successore. E, a questo proposito, soggiungo che bisogna resistere alle suggestioni di Zupelli, il quale ha concepito (forse giustificatamente) un vero malanimo verso il Cadorna e, incitato dal suo ufficio, vorrebbe forse profittare dell’occasione per sbarazzarsene.

Occorre dunque non solo che tu sii molto calmo (ieri in qualche momento accennavi a non esserlo), ma anche di trovare un mezzo per fare che Cadorna si pieghi a consentire l’invio di forze sufficienti alla difesa di Durazzo. Il mezzo lo accennasti tu stesso e non mi pare ve ne sia altro: rimettere sotto la direzione del comando supremo anche le forze operanti in Albania. Ciò è necessario per l’unità d’indirizzo ed anche dal punto di vista costituzionale, essendo il capo di Stato Maggiore responsabile degli atti del re come comandante supremo dell’esercito in guerra.

Il Decreto che faceva l’Albania dipendente dal ministero della Guerra fu un errore, nel quale cademmo involontariamente: il Decreto era stato preparato dal ministero della Guerra. Questo Decreto bisogna correggerlo: cosi sarà forse mutata la psiche di Cadorna. Ma alla correzione bisogna indurre Zupelli; e questo dovresti fare tu che lo hai molto veduto in questi giorni.

Io stamane ho Mayor e cento altre cose. Tu dovresti chiamare Zupelli e persuaderlo a offrire lui stesso, per non parere di esservi costretto, a Cadorna la correzione del Decreto.

La persuasione di Cadorna ha pure importanza nei riguardi del re, il quale non ha mai mostrato molta simpatia per l’impegnare forze notevoli a Durazzo; e l’ultima volta che lo vidi mi parve da un accenno essere nello stesso ordine d’idee.

Vedesti pure ieri che parecchi colleghi (Orlando, Barzilai, Ciuffelli) sono poco persuasi, ed anche Carcano esita. Tutti questi elementi costringono a persuadere piuttosto che a forzare Cadorna; e sono certo che ci vorrai mettere tutta la tua buona volontà.

Nel telegramma d’Imperiali, che riassumeva le ultime conversazioni di Londra circa le questioni economiche, si accennava a una diminuzione delle nostre disponibilità del prestito inglese proporzionata a ciò che avremmo risparmiato sui noli. Mi parve una domanda da piccoli bottegai. Comunque, ritenendo io pure che convenga stringere l’accordo con l’Inghilterra e profittare nella massima misura possibile delle buone disposizioni di questo momento, sarà bene che il Tesoro esamini la eventuale portata della domanda inglese. Io non ho il tempo né gli elementi per questo esame.

Rimane fisso il convegno per oggi alle sedici. Vorrei invitarvi anche Carcano che era presente l’altra volta quando si parlò di Albania.

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