I Giovani Turchi

Quello dei Giovani Turchi è un movimento politico nato nell’Impero Ottomano alla fine del diciannovesimo secolo che trae ispirazione dalla mazziniana Giovine Italia. Lo scopo dei fondatori era quello di trasformare un impero autocratico ed inefficiente in una moderna monarchia costituzionale dotata di istituzioni e di un esercito moderni ed efficienti, nonché di contrastare il predominio politico ed economico attuato in Turchia dalle potenze occidentali.

Il movimento è nato a Salonicco, base operativa contro la guerriglia degli indipendentisti bulgari e macedoni, ed era formato da intellettuali, studenti e giovani ufficiali dell’esercito.

Quando nel 1908 Abdul Amid, trentaquattresimo Sultano dell’Impero Ottomano, cominciò a far fucilare gli ufficiali dell’esercito sospettati di far parte dell’organizzazione, l’ala militare dei Giovani Turchi marciò su Istanbul costringendo il sovrano a ritornare alla costituzione del 1876 (la Costituzione Ottomana entrata in vigore il 23 novembre di quell’anno, che limitava i poteri del sovrano ed istituiva un parlamento bicamerale con una camera elettiva, costituzione subito abrogata dallo Stesso Amid).

Il sultano Mehemet V

Il sultano Mehemet V

Nel periodo immediatamente successivo l’Impero Ottomano stava però perdendo la sovranità sui suoi possedimenti balcanici: la Bulgaria si dichiarò indipendente e si annesse una parte della Rumelia, Creta si ribellò e si unì alla Grecia, e la Bosnia-Erzegovina fu annessa dall’Impero Austro-Ungarico; tutto questo causò una crisi di legittimazione del movimento e Abdul Amid ne approfittò per tentare una controrivoluzione. I Giovani Turchi ebbero però il sopravvento e deposero definitivamente Abdul Amid in favore del fratello Maometto V.

Il governo dei Giovani Turchi riuscì a portare avanti un ambizioso progetto di modernizzazione dello stato, ma non seppe risolvere il problema dei rapporti con le popolazioni europee dell‘ Impero, problema al quale rispose con un maggiore accentramento che non fece altro che peggiorare la situazione. Inoltre la stessa sopravvivenza dell’Impero fu messa in forse dalla sconfitta subita contro il Regno d’Italia nella guerra di Libia nel 1912 e dalle successive guerre balcaniche (Bulgaria, Grecia, Montenegro e Serbia strapparono all’Impero Ottomano la Macedonia e la Tracia); in risposta i Giovani turchi diedero vita ad un acceso nazionalismo.

Il 23 gennaio del 1913 Enver Bey, capo del movimento, ossia Ismail Enver (quello di Bey è un titolo turco-ottomano simile a quello di Sir in Inghilterra), attuò un colpo di stato che portò al potere un triumvirato dittatoriale, i Tre Pascià: lo stesso Enver, Hamed Jemal e Mehmed Talat. Sotto questo governo l’Impero Ottomano aumentò i già forti legami con la Germania Imperiale e l’esercito ottomano fu ampliato e modernizzato col concorso di missioni militari germaniche.

Tra le altre riforme realizzate negli ultimi anni vanno segnalati una serie di provvedimenti miranti ad ottenere una decisa laicizzazione dello stato, ed in particolare: la sostituzione della legge islamica con una legislazione civile, il divieto della poligamia e l’emancipazione della donna.

Tra i Giovani Turchi protagonisti della politica ottomana degli ultimi anni vale la pena di segnalare Mustafà Kemal, un abile politico e valente ufficiale dell’esercito che, ne siamo sicuri, giocherà un ruolo da protagonista negli anni avvenire.

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