Gli Imperi Centrali in crisi

Secondo fonti svizzere, l’Austria-Ungheria avrebbe ottenuto un prestito di 25 milioni di sterline dal Governo tedesco per far fronte ai costi del conflitto. Se dovesse essere confermata, la notizia non può che implicare serie difficoltà economiche che nel medio-lungo periodo potrebbero costringere l’Austria-Ungheria a cercare una via di uscita dalla guerra, nell’impossibilità di continuare a sostenere i costi delle operazioni belliche.

In questa settimana, infatti, il Governo britannico di Asquith ha ottenuto un nuovo finanziamento per la spesa bellica. Dai verbali è possibile apprendere che il BEF ( British Expeditionary Force ) costa all’inghilterra quasi 3 milioni di sterline al giorno e, pertanto, uno stanziamento di 25 milioni di sterline sarebbe sufficiente per tenere in moto la macchina militare britannica – certamente più grande e costosa di quella Austro-Ungarica – per poco più di 8 giorni. Quanto cossa costare a Vienna l’apparato militare imperiale non è noto, ma e’ ragionevole presumere che i 25 milioni di sterline tedesche non potranno garantire un funzionamento superiore al bimestre trascorso il quale il governo di Francesco Giuseppe sarà costretto a trovare una nuova fonte di finanziamento.

Ma questa non è l’unica cattiva notizia. Da oltre frontiera giungono voci di un crescente razionamento del pane e di un forte malcontento da parte della popolazione civile che, di fronte alle perdite umani crescenti e ai grandi sacrifici quitidiani, inizia a dubitare della guida e delle scelte di governo.

Da Berlino giungono intanto segnali di una situazione analoga, se non più preccupante per le Autorità: le forze Social-Democratiche che avevano inizalmente appoggiato il Governo di Bethmann Hollweg, sembrano ora defilarsi. In un manifesto pubblicato sul giornale Vorwarts, compare una chiara richiesta al Governo tedesco di trovare una soluzione negoziata al conflitto:

“Quando i Cosacchi dello Zar varcarono il confine, bruciando e saccheggiando, i socialisti hanno mantenuto la loro promessa data ai loro leader e si sono messi al servizio della Nazione votando per la sua difesa […] Nel nome dell’umanità e della civiltà, e riconoscendo la posizione favorevole raggunta dalle nostre truppe, reclamiamo che il Governo provi a mettere fine a questi sacrifici.”

Da fonte belga si apprende che il giornale Vorwarts e’ stato chiuso con un atto di polizia.

 

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