Gavrilo Princip

Studente 19 enne di origine bosniaca – Cospiratore e assassino dell’Arciduca Francesco Ferdinando e della consorte Sofia Chotek von Chotkowa duchessa di Hohenberg – Iscritto alla Giovane Bosnia

Nato il 25 luglio 1894, Gavrilo Princip è stato, insieme ad altri cospiratori, l’esecutore materiale dell’attentato all’Arciduca Francesco Ferdinando.

Giunto a Belgrado nel 1912 per completare i propri studi, ha iniziato a frequentare gli ambienti rivoluzionari della Giovane Bosnia, il cuo obiettivo è quello di liberare la Bosnia Erzegovina dal controllo dell’Impero Austro-Ungarico come previsto dal Trattato di Berlino del 1878.

Gavrilo Princip mentre fa fuoco sull’automobile della Coppia Reale

Con il supporto logisico dell’organizzazione rivoluzionaria Mano Nera, Gavrilo Princip e altri cinque cospiratori armati di bombe e pistole, ha eseguito il piano e ucciso l’Erede al trono d’Austria-Ungheria.

Dopo un primo tentativo fallito, con il lancio di un ordigno esplosivo con detonazione a tempo che ha mancato il bersaglio e ha ferito diversi occupanti del secondo veicolo del corteo, Gavrilo Princip si è nascosto nella folla e non ha abbandonato la zona assegnatagli dai congiuranti.

Accortosi dell’arrivo – dopo il breve ricevimento in municipio – del corteo regale, il giovane si è avvicinato al percorso delle vetture e, mentre l’automobile che trasportava l’arciduca e la consorte si fermava per fare inversione e dirigersi verso l’ospedale di Sarajevo, ha estratto l’arma – una Browning FN modello 1910 armata di potenti colpi .380 ACP – e ha fatto fuoco, dalla distanza di cinque passi, sulla coppia regale.

Il primo colpo ha trapassato la portiera dell’automobile – una Graf & Stift Double Phaeton – e ha colpito mortalmente la Duchessa all’addome. Il secondo colpo ha colpito l’Arciduca al collo. Entrambe le vittime sono spirate prima di poter essere soccorse nella sede del Governatore Austro-Ungarico.

Dopo aver fatto fuoco, Gavrilo Princip, come il suo complice pochi minuti prima, ha ingerito una capsula contenente veleno. Poi si è puntato la pistola alla tempia e ha cercato di fare fuoco ma è stato prontamente disarmato e arrestato. Il veleno ingerito si è rivelato inefficace, forse perchè scaduto o troppo blando.

Trascinato in caserma per essere interrogato, il giovane non ha fornito indicazioni utili agli investigatori.