Francesco Giuseppe risponde alla dichiarazione Italiana

Con Reale editto, l’Imperatore d’Austria-Unghieria Francesco Giuseppe ha risposto alla dichiarazione di guerra Italiana. Ecco il testo:

“Il Re d’italia mi ha dichiarato guerra.
Un perfido sotterfugio commesso dal Regno d’Italia contro i suoi alleati come mai nella storia si era visto. Dopo un’alleanza durata più di trent’anni, durante i quali l’Italia potè incrementare l’espansione verso nuovi territori e veder diventare floride le sue condizioni, siamo stati da essa abbandonati in quest’ora di pericolo ad affrontare da soli i nostri nemici.
Non abbiamo minacciato l’Italia e non abbiamo reso meno la sua autorità, il suo onore ed i suoi interessi. Abbiamo sempre risposto lealmente ai nostri doveri di alleati ed accordato la nostra protezione. Di più, quando l’Italia avanzò pretese riguardo le nostre frontiere, sì da mantenere la pace e la collaborazione come buoni alleati, risolvemmo la questione con sacrificio del buon padre di famiglia. L’Italia che credette opportuno sfruttare la situazione non accettò e così, la questione deve essere risolta.
Durante dieci mesi di intenso conflitto, le mie armate sono risultate vittoriose al nord, grazie alla leale collaborazione con il nostro illustre alleato e la nuova minaccia a sud non è per noi un problema. Le importanti memorie di Novara, Mortaro e Lissa, che costituirono l’orgoglio della mia giovinezza, lo spirito di Radetzky, dell’Arciduca Albrecht e di Tegetthoff che è vivo tra le mie forze di terra e di mare, garantiranno la nostra vittoria anche a sud; difenderemo i confini della Monarchia.
Saluto le mie esperte truppe, avezze alla vittoria. Faccio affidamento su di esse e sulle loro guide. Faccio affidamento sul mio popolo il cui incomparabile spirito di sacrificio merita il mio plauso. Prego l’Onnipotente di benedire la nostra bandiera e farci omaggio della Sua graziosa protezione nella nostra giusta causa.”

Il testo originale:

“Der König von Italien hat Mir den Krieg erklärt.

Ein Treubruch, dessengleichen die Geschichte nicht kennt, ist von dem Königreiche Italien an seinen beiden Verbündeten begangen worden.

Nach einem Bündnis von mehr als 30jähriger Dauer, währenddessen es seinen Territorialbesitz mehren und sich zu ungeahnter Blüte entfalten konnte, hat Uns Italien in der Stunde der Gefahr verlassen und ist mit fliegenden Fahnen in das Lager Unserer Feinde übergegangen.

Wir haben Italien nicht bedroht, sein Ansehen nicht geschmälert, seine Ehre und seine Interessen nicht angetastet; Wir haben unseren Bündnispflichten stets getreu entsprochen und ihm Unseren Schirm gewährt, als es ins Feld zog.

Wir haben mehr getan: Als Italien seine begehrlichen Blicke über unsere Grenzen sandte, waren Wir, um das Bundesverhältnis und den Frieden zu erhalten, zu großen und schmerzlichen Opfern entschlossen, zu Opfern, die Unserem väterlichen Herzen besonders nahe gingen.

Aber Italiens Begehrlichkeit, das den Moment nützen zu sollen glaubte, war nicht zu stillen.
Und so muß sich das Schicksal vollziehen.

Dem mächtigen Feinde im Norden haben in zehnmonatlichem gigantischem Ringen und in treuester Waffenbrüderschaft mit den Heeren Meines erlauchten Verbündeten Meine Armeen siegreich Stand gehalten.

Die großen Erinnerungen an Novara, Mortara, Custozza und Lissa, die den Stolz Meiner Jugend bilden, und der Geist Radetzkys, Erzherzog Albrechts und Tegetthoffs, der in Meiner Land- und Seemacht fortlebt, bürgen mir dafür, daß Wir auch gegen Süden hin die Grenze der Monarchie erfolgreich verteidigen werden.

Ich grüße Meine kampfbewährten, siegerprobten Truppen, Ich vertraue auf sie und ihre Führer! Ich vertraue auf Meine Völker, deren beispiellosem Opfermute Mein innigster väterlicher Dank gebührt.

Den Allmächtigen bitte Ich, daß er Unsere Fahnen segne und Unsere gerechte Sache in seine gnädige Obhut nehme.”

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