Caduto al fronte il Generale Carlo Montanari

Si è spento oggi all’ospedale di Dolengna, il Generale Carlo Montanari, comandante della brigata Forlì ( 43° e 44° reggimento di fanteria ), ferito mortalmente durante una ricognizione delle line italiane avanzate nel settore di Plava.

La scomparsa del Generale ha destato viva commozione nello Stato Maggiore e nella truppa. Montanari Cav. Carlo era molto stimato da ufficiali e soldati per via della sua bravura e dell’alto spirito combattivo unito ad un coraggio non comune. Quasi sempre in prima linea accanto ai suoi soldati, il Generale Montanari ha personalmente guidato le proprie truppe in aspri combattimenti rischiando la propria vita senza alcuna esitazione pur di dare l’esempio e portare a termine gli incarichi affidati alle forze sotto il suo comando.

Nato a Moncalvo Monferrato di Alessandria l’11 marzo 1863, il Montanari studiò nel Collegio Militare di Firenze e, passato all’Accademia Militare, si graduò sottotenente di artiglieria a metà 1884. In pochi mesi fu promosso tenente e due anni dopo, nel 1886, partì per il primo impigno operativo in Eritrea con la spedizione S.Marzano. Al rientro in Italia, un anno più tardi, prestò servizio in diversi reggimenti d’artiglieria per poi essere promosso Capitano nel 1894. Frequentata con profitto la Scuola di guerra, divenne ufficiale di Stato Maggiore e nel 1904 venne rpomosso al grado di Maggiore e trasferito al 51° reggimento fanteria della brigata Alpi.

Allo scoppio della guerra, nel 1914, fu promosso Colonnello e messo a capo dell’Ufficio di segreteria dello Stato Maggiore ma quando l’Italia dichiarò guerra all’Austria-Ungheria venne mobilitato e assegnato, con il grado di Maggiore Generale, al comando della brigata Forlì che condusse sin dai primi giorni di guerra nei combattimenti nel settore di Plava, sul medio Isonzo.

Sin dai primi mesi di guerra si distinse per l’azione di comando e la capacità di infondere coraggio alle proprie truppe, tenendo alto lo spirito combattivo e conducendole con successo nelle imprese più difficili.

Il 28 ottobre guidì personalmente i suoi soldati alla conquista del villaggio di Zagora fino a spingersi ai reticolati nemici a quota 383.

Il 3 novembre scorso, mentre dall’osservatorio più avanzato scrutava il territorio per pianificare le prossime operazioni militari, venne colpito da un colpo di fucile al torace. La ferita risultò subito gravissima e, nonostante le amorevoli cure dei suoi soldati e del personale medico dell’ospedale da campo di Dolegna, dopo due giorni di agonia si spense senza aver smesso di incoraggiare i propri uomini a moltiplicare i propri sforzi per la vittoria.