Cadorna si difende dalle accuse mosse da Roma

Le ultime discussioni legate alla spedizione in Albania hanno accuito le tensioni già esistenti tra il Capo di Stato Maggiore italiano, il generale Cadorna e i politici a Roma. L’esistenza di un piano di guerra alternativo al suo e le voci messe in circolazione dal Ministro Orlando di una sua sostituzione con il generale Di Robilant hanno convinto Cadorna a rispondere ai suoi detrattori. Nella giornata odierna il suo attendente, il colonnello Bencivenga, ha convocato un noto giornalista, Ugo Ojetti. Ecco un estratto della loro conversazione durata poco più di un ora, così come l’ha raccontata lo stesso giornalista.

Il capo m’ha tenuto dalle 10 alle 11 e un quarto. Gli ho svesciato tutto. E lui idem. Meraviglioso. Veramente un altro uomo così non lo si trova in Italia. Calore, sincerità, fede, chiarezza. M’ha descritto un Consiglio dei ministri cui ha partecipato: parole sue e degli altri: un teatro, ma commovente. E’ ammirato dal mio lavoro di questi venti giorni (dall’inizio dell’anno Ojetti era una sorta di press agent per conto di Cadorna presso il Comando ndr). L’aveva lì sul tavolone. E adesso mi chiede di fare alcune cose perchè non s’infatuino i nazionalisti sull’Albania; – perchè si finisca di criticare questo suo “attacco frontale” che non può essere altro e che non è un suo capriccio, – perchè il ministro della guerra lo assecondi ecc. Io gli ho ben spiegato che molto si può fare con la stampa, manon tutto. Intanto lo faremo intervistare in piena campagna, in un posto avanzato. Ha accettato, ridendo. Mi son scritto tutto, appena uscito. Poi nel pomenriggio ho preparato la lettera sull’Albania – sulla traccia datami da lui, – e più precisi: e stasera la mando a Monicelli all’ “Idea Nazionale”.