Bollettino del 6 febbraio 1916 e notizie dai fronti

All’ infuori di azione di artiglieria, nessun importante avvenimento è segnalato lungo tutta la fronte.

Firmato: CADORNA

Se sul fronte italiano le cose sono tranquille ben diversa è la situazione sugli altri fronti, già aperti o potenziali. In francia si susseguono i bombardamenti delle artiglierie dell’Intesa su Lille e su Navarin dove i francesi riescono a colpire importanti riserve di gas dei Tedeschi. Sull’opposto lato delle trincee i tedesci hanno risposto bombardando nuovamente la già martoriata Loos. Nell’adriatico continua la ritirata dell’esercito serbo con l’aiuto delle unità navali dell’Intesa che coprono la costa e i trasferimenti via mare da eventuali attacchi austriaci.

La situazione invece inizia a divenire via via sempre più intricata dall’altra parte del mondo, in Cina. In questo complicato scacchiere si intrecciano gli interessi, più o meno diretti di 4 potenze. Russia, Gran Bretagna, Giappone e Stati Uniti. Soprattutto a causa delle mire espansionistiche giapponesi si temono possibili nuovi attriti tra l’Impero del Sol levante e gli Stati Uniti, cosa che non farebbe piacere agli altri alleati: inimicarsi una nazione che potenzialmente potrebbe ssere un alleato non conviene a nessuno e questo andrebbe a vantaggio della Germania: gli stati uniti verrebbero “distratti” dalla questione cinese e si alleggerirebbe la tensione politica con la Germania a causa dei suoi attacchi con gli U-boot al naviglio mercantile nell’atlantico. Altra questione che farebbe il gioco della Germania: un possibile intervento giapponese sul suolo cinese porterebbe ad una drastica interruzione della fornitura di armi alla Russia e questo sarebbe un grosso vantaggioper il fronte orientale: la capacità industriale russa è del tutto inadeguata a supportare le richieste della guerra e non rifornire la possente massa umana di armi sarebbe per la Germania un aiuto insperato ed un notevole vantaggio straegico. Proprio per questa evenienza i tedeschi appoggiano il movimento nazionalista filomonarchico in Cina, sperando proprio di causare l’intervento giapponese.

 

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