Decisione epocale: passa la coscrizione in Inghilterra

Il Parlamento inglese ha approvato la legge di coscrizione generale. Da giorni la discussione politica circa questa importante decisione aveva infiammato il dibattito politico scuotendo dalle basi l’equilibrio politico del paese, spaccando partiti (ricorderete alcuni giorni fa la scissione tra i socialisti inglesi). A fine aprile si era giunti a discuterne anche in sedute segrete, la situazione era ormai divenuta critica, l’esigenza di nuovi rinforzi al fronte, continuamente presentata dai vertici militari alla classe politica, non era più coperta dallo sforzo dei volontari.

La guerra attuale ha assunto ormai da tempo una connotazione ben diversa da quella che avevano previsto i governanti. E’ uno sforzo bellico che coinvolge ormai intere nazioni e non solo la parte di esse strettamente legata all’esercito. Le vittime dei bombardamenti aerei lo dimostrano: ormai la guerra coinvolge direttamente anche le popolazioni civili lontane dal fronte. Gli inglesi sono stati lenti a decidersi e ad adeguarsi alle nuove esigenze. La loro indole conservatrice e legata alle tradizioni tende a frenare i cambiamenti troppo drastici. Da secoli infatti nel Regno Unito l’esercito era composto solamente da volontari e militari di carriera che prestavano servizio attivo per periodi variabili dai 3 ai 10 anni e più. La situazione attuale ha però cambiato le carte in tavola. L’apporto delle truppe coloniali, ricorderete il sacrificio dell’ANZAC a Gallipoli, non è più sufficente. Il sanguinoso scontro in atto su tutti i fronti che li vede coinvolti richiede un ulteriore apporto di uomini.

Cosa ha fatto scattare la decisione tra i politici inglesi? Probabilmente le cause sono molteplici, ad esempio la guerra dei sottomarini, il bombardamento delle città inglesi da parte degli Zeppelin… infine la rivolta irlandese finanziata ed appoggiata dai tedeschi, evidentemente anche questo attacco interno ha scosso le indecisioni della classe politica ancora refrattaria al cambiamento.

Le proposte “ibride” presentate nelle scorse settimane ormai non sembrano nemmeno più percorribili, attendere ancora un apporto dei volontari non ha più senso e soprattutto rischia di avere risultati tardivi. Servono più uomini al fronte.