Cacciatorpediniera francese affondata al largo di Durazzo

La marina francese nel Mediterraneo ha subito un duro colpo quando, nella notte tra il 18 e il 19 marzo scorsi, la cacciatorpediniera Renaudin è stata colpita e affondata da un siluro al largo di Durazzo. Non meno di 48 membri dell’equipaggio, tra cui lo stesso comandante della Renaudin, sono periti nell’esplosione e nel rapido affondamento della nave da guerra che si è letteralmente spezzata a metà e si è inabissata in pochi istanti.

Un secondo vascello francese si è subito diretto verso il luogo del naufragio e gli osservatori a bordo hanno visto scomparire sotto la superficie del mare il sottomarino che ha attaccato la Renaudin. Secondo il rapporto ufficiale, si tratterebbe dell’Austro-Ungarico U-6 e l’equipaggio del sottomarino nemico non avrebbe tentato alcuna manovra di soccorso ai marinai avversari sopravvissuti all’affondamento della cacciatorpediniera.

La perdita della Renaudin è uno scacco doloroso per la Francia, vista l’importanza di questo genere di vascelli nella guerra contro i sommergibili nel Mediterraneo. Inoltre la Renaudin, cacciatorpediniera di classe Bisson, era una cacciatorpediniera moderna e affidabile visto che le altre cinque navi della sua stessa classe si sono distinte in fortunate azioni di guerra. Con poco più di 700 tonnellate di dislocazione, un armamento adeguato per la sua stazza e dotata di potenti motori capaci di spingerla a grande velocità, la Renaudin imbarcava al momento del disastro 83 marinai e ufficiali.

I sopravvissuti sono stati raccolti da una nave da guerra francese e portati al sicuro in una località segreta.

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