Gas asfissianti: il fosgene

Il fosgene è un gas incolore estremamente tossico, più pesante dell’aria, dal caratteristico odore di fieno ammuffito, sintetizzato per la prima volta dal chimico britannico John Davy nel 1812; è particolarmente insidioso dato che agisce anche in piccole quantità e i suoi effetti non sono immediati, e possono manifestarsi anche dopo 72 ore dall’esposizione, per cui i soldati anche quando successivamente entrano in contatto con aria salubre credendo di essere usciti indenni dall’attacco del gas, vanno incontro ad edema polmonare grave a distanza di tempo dall’esposizione al gas. Questo composto esplica la propria azione reagendo con l’acqua contenuta nei tessuti biologici, decomponendosi formando acido cloridrico che quindi attacca i tessuti stessi, particolarmente negli organi dell’apparato respiratorio; la morte avviene generalmente per insufficienza respiratoria. I sintomi si manifestano attraverso forte irritazione della bocca e tosse convulsiva. Non viene assorbito attraverso la pelle, per cui la propria azione letale si produce solo per inalazione. Spesso per aumentarne l’efficacia si aggiungono piccole quantità di cloro (questa soluzione è stata adottata dagli austriaci con l’attacco alle linee italiane sul San Michele nel giugno del 1916).

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