Dopo un processo che ha ricordato le vicende giudiziarie della crisi bosniaca del 1909 ( il cosiddetto processo Friedjung, dal nome dello storico astriaco Heintich Friedjung che scrisse un diffamante articolo nel quale rivelava connessioni, poi rivelatesi false, tra i dissedenti serbo-croati residenti in Bosnia e il Governo Serbo e un complotto mirante a destabilizzare la regione a vantaggio dello Stato Serbo ), il Tribunale di Vienna ha emesso il verdetto per tutti e cinque i cittadini galiziani giudicati colpevoli di alto tradimento nei confronti dell’Impero Austro-Ungarico.
Per tutti gli imputati la sentenza è morte per impiccagione.
Tra i venti condannati ci sono Dmytro Markov e Volodymyr Kurylovych, due deputati parlamentari. Per tutti loro la pena è stata decisa sulla base delle loro simpatie filorusse ben note anche prima dello scoppio delle ostilità, e del ruolo che secondo l’accusa avrebbero avuto in appoggio alle forze di occupazione russe durante il periodo intercorso tra la ritirata in seguito alla catastrofica campagna in Galizia del 1914 ( culminata con la resa di Przemyśl ) e la riconquista della regione dopo l’offensiva di Mackensen all’inizio dell’estate.
Il ruolo di pubblico ministero è stato svolto da Kost Levytsky, personaggio galiziano di spicco noto per le proprie opinioni dichiaratamente anti-russe.
I difensori dei condannati hanno annunciato che chiederanno la grazia e che la pena capitale venga commutata.
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