Terminate le operazioni sull’Isonzo

Il Comando Supremo Italiano ha ordinato la cessazione dell’offensiva che dallo scorso 21 ottobre ha visto la Seconda e la Terza Armata attaccare con decisione le linee austriache sull’Isonzo da Plava al mare.

Il bilancio delle perdite per gli italiani è estremamente pesante: ufficiali morti 498, feriti 1.456, dispersi 161; militari di truppa morti 10.235, feriti 42.834, dispersi 11.824. Complessivamente 67.008 uomini posti fuori combattimento; alcuni dei reggimenti che hanno preso parte alla battaglia lamentano perdite che toccano la tragica percentuale del 50% degli effettivi.

Le autorità militari austro-ungariche hanno comunicato ufficialmente la perdita di 41.847 uomini di cui 8.228 morti, 26.418 feriti e 7.201 dispersi.

I modesti risultati conseguiti dagli italiani, nonostante i reparti si siano prodigati con valore ad assaltare le ben difese posizioni austriache, vanno anche questa volta ricercati nella scarsa efficacia del tiro preparatorio delle artiglierie che, anche quando in buon numero, difettano per calibro (con conseguente scarsa efficacia distruttiva su difese passive poderose) e sulla dispersione delle batterie su un fronte troppo ampio, comportando una eccessiva diluizione del tiro. La decisione poi di fermare i combattimenti per quattro giorni dal 24 al 27 ottobre ha dato modo agli austriaci di rafforzare ulteriormente gli apprestamenti difensivi e di spostare le artiglierie di grosso calibro nei settori maggiormente esposti agli attacchi italiani; questo ha permesso loro di imbastire efficaci contrattacchi che hanno vanificato il sacrificio di alcuni reparti che si sono dissanguati nella conquista di importanti posizioni che hanno poi perduto, come nel caso della brigata Siena con la ormai famigerata ’’trincea delle frasche’’.

Secondo la Relazione Ufficiale italiana ”La fanteria ancora una volta fece olocausto di se, confermando la infrangibilità delle fronti fortificate di lunga mano, senza un adeguato concorso di mezzi di distruzione”.

Anche la Relazione Ufficiale austriaca rende omaggio al valore della fanteria italiana: ”In complesso gli italiani attaccando con spirito di sacrificio degno di ammirazione e con tenacia mai diminuita, avevano bensì prodotto intaccature nella linea difensiva, ma senza riuscire a squarciarla”.

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