Cengio e Forte Corbin

Strafexpedition, perso il Monte Cengio

Gli attacchi austriaci hanno coinvolto per tutta la giornata Monte Spin il giove lo Xomo ed il Posina senza tuttavia riuscire a mutare la linea del fronte che si è ormai assestata da alcuni giorni. Purtroppo la situazione è diversa intorno al Cengio dove preponderati forze nemiche stanno ormai da alcuni giorni assediando i difensori in vetta. Nella notte tra il 2 ed il 3 giugno reparti austriaci erano riusciti ad occupare Cesuna. Un intensa preparazione delle artiglierie imperiali iniziata alle 4.30  e durata quasi 5 ore è stato ilpreludio all’avanzata di una colonna nemica verso il Monte Busibollo ed alla conquista di quota 1152. Questa avanzata ci è costata la cattura di alcuni pezzi di artiglieria e la cattura del comando del 1° Reggimento Granatieri. Il Comandante, tenente colonnello Ugo Bignami, vistosi ormai circondato ed impossibilitato a mettere in salvo i feriti che si erano radunati nella caverna del centro di comando, decise di arrendersi per evitare un inutile massacro.

Verso mezogiorno il 59° Reggimento di fanteria Rainer riuscì a sfondare ed a conquistare il presidio in vetta al Cengio. Oltre alla vetta perdemmo anche alcune mitragliatrici e 2 cannoni da 149mm posizionati in caverne. L’irruzione sulla vetta del Cengio fu possibile dopo una violenta preparazione delle artiglierie imperiali che aveva fiaccato le energie dei pochi superstiti che ancora presidiavano eroicamente la vetta senza più munizioni, impegnando il nemico in combattimenti alla baionetta o in violenti corpo a corpo ormai disperati. Assieme al Cengio caddero il Barco il Panocio ed il Belmonte. Un successivo contrattacco della Brigata Modena riuscì a riprendere la vetta del Busibollo ed a riconquistare alcuni pezzi di artiglieria precedentemente perduti. Alcuni reparti austriaci che tentarono di passare tra i boschi verso Monte Lumérne furono ricacciati a Cesuna.

La notizia della perdita del Monte Cengio, una volta giunta al generale Cadorna è stata l’inizio di un terremoto tra gli alti comandi italiani. Cadorna da sempre considerava il Cengio uno dei pilastri della nostra difesa. Egli mosse gravi accuse al comandante della 32° Divisione circa la sua condotta (generale Rostagno) , stesse accuse furono mosse al generale Lequio, comandante del C.T.A. che tra le altre cose era del parere di abbandonare l’altopiano. Cadorna era di parere opposto: la resistenza doveva restare sugli altopiani e addirittura si doveva iniziare a passare al contrattacco.

Durante quste discussioni gli italiani furono costretti, pur mantenendo le pendici del Monte Barco e del Monte Panocio a ripiegare passano la Val Canaglia. Per nostra fortuna gli austriaci non si accorsero dell’occasione,la ritennero invece una trappola e non ne approfittarono. Erano ad un soffio dalla tanto sperata occasione di dilagare nella pianura sottostante. Nella notte il generale Köwess diede ordine di spazzare ogni nostro presidio che si trovasse ad ovest della Val Canaglia.

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