Strafexpedition: persa la vetta di Monte Maggio

In mattinata sono ripresi gli scontri in Trentino. I tentativi di contrattacco italiani lungo il fronte verso Rovereto sono stati respinti dalla 6° Brigata da montagna imperiale. La 9° Brigata invece, complice una possibile leggerezza da parte dei comandi italiani è riuscita a passare sul Ponte di San Colombano, che porta sulla strada per Rovereto. Non sappiamo come mai il ponte sia ancora in piedi dopo ben 2 giorni di combattimenti, fatto sta che questa leggerezza ci costa cara in quanto permette al nemico di passare agevolmente ed avanzare.

La 10° Brigata finisce l’opera iniziata il giorno prima eliminando le ultime resistenze nell’abitato di Piazza per poi dirigersi verso la Val Terragnolo e il Passo della Borcola arrivando così a minacciare da vicino il Colsanto che, presidiato da soli 3 battaglioni di territoriali rappresenta una facile preda. Urgono i rinforzi su quasi tutto il saliente. Gli alti comandi lo sanno e stanno cercando di rimediare ma i tempi sono stretti.

Le manovre austriache, ben studiate, per il momento sembrano non incontrare un’efficace resistenza da parte nostra. Il 61° Reggimento fanteria della Brigata Sicilia arrivò in giornata per avvicendare i territoriali italiani sul Colsanto mentre il 62° andò ad attestarsi tra Ala e Marani. In Vallarsa, ad Anghebeni e sul Colle Xomo, verso la Borcola arrivò il 202° del Valle Sesia proveniente da Valli dei Signori.

Lo Zugna Torta è a rischio accerchiamento alle spalle da Vallarsa, le sue postazioni non sono già di loro molto sicure, non c’è altro da fare che dare l’ordine di sgomberare e riallinearsi sulla linea di Malga Zugna-Cisterna. L’ordine verrà completato in serata. Nel frattempo le nostre artiglierie entrano in azione per coprire la ritirata colpendo i nemici da Costa Violina allo Zugna. Gli austriaci furono costretti a spostare alcune loro batterie. Gli austriaci intanto riescono a catturare alcuni dei nostri uomini, sono i superstiti di una compagnia del 207° di fanteria. Viene catturato anche il Sottotente Damiano Chiesa di Rovereto, mentre, nonostante il suo pezzo di artiglieria da 149 mm fosse stato messo fuori uso dai colpi nemici, continuava a combattere in prima linea coi suoi compagni. Costa Violina cade in mano nemica, con essa sono fatti prigionieri 41 ufficiali e 1993 effettivi della Brigata Taro.

La marcia è meno semplice per il XX Corpo d’Armata austriaco che, solamente nel pomeriggio e dopo ripetuti assalti, ebbe la meglio su alcuni reparti della Brigata Ancona. Anche Colle Maggio cade in mano nemica. I tentativi di conquistare anche la vetta di Coston d’Arsiero sono stati valorosamente vanificati dalla Brigata Cagliari ben posizionata sulla cima. Dalla Valsugana e dalla Val d’Astico intanto iniziano ad affluire anche i rinforzi italiani, il Comando della I Armata italiana ha richiamato immediatamente le riserve per rinforzare i settori più critici del fronte.

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