Strafexpedition inizia il nostro contrattacco

Da alcuni giorni abbiamo l’impressione che l’offesniva austriaca stia giungendo ad un punto morto. Dalla pianura nostri rinforzi risalgono le strade e le mulattiere verso i ripidi pendii che fanno da teatro agli scontri mentre gli uomini che hanno retto l’urto sino ad oggi ridiscendono a valle avendo ricevuto il tanto atteso cambio. Gli austriaci invece si vedono costretti ad inviare la 48° Divisione sul fronte russo per tentare di arginare l’avanzata di Brusilov che proprio in questi giorni sta facendo tremare Vienna. La penuria di uomini di rincalzo e lo “spolpamento” delle divisioni disponibili stanno mettendo in reale difficoltà l’esecuzione del piano dell’offensiva di promavera. La nota proveniente da Vienna in cui si richiedeva lo spostamento della 48° Divisione esplicitava inotre di ridurre la portata e gli obiettivi dell’offensiva contro l’Italia vista la nuova situazione sul fronte orientale. L’Arciduca Eugenio però non era della stessaopinione e preferì non modificare i piani previsti per le sue truppe. Purtroppo per lui dovette comunque rallentare per forza di cose il ritmo dell’avanzata, se non altro per le ormai palesi difficoltà di mantenere i rifornimenti per le truppe in prima linea.

Sulla sponda italiana del fronte si iniziano a vedere mutamenti di strategia. Ora l’iniziativa sta passando a noi, già nella giornata di ieri nostri tentativi di riconquistare il terreno perso nelle scorse settimane. Due tentativi falliti ieri in Vallarsa sono stati la base per il successo ottenuto oggi che ha visto la riconquista della vetta del Monte Parmesan da parte degli alpini del Monte Berico e dei fanti della Brigata Roma. L’assalto nemico a Monte Giove che, esposto su 360° al fuoco delle artiglierie nemiche, rappresentava un punto nevralgico della nostra linea difensiva è stato eroicamente respinto. Gli uomini della Brigata Ancona, alcuni reparti di alpini e di artiglieria da montagna hanno retto l’urto dei colpi di 264 pezzi di artiglieria, tra cui alcuni mortai da 305 mm e del “Gudrun” da 380 mm. Eroicamente, esposti al fuoco nemico hanno resistito nel “trincerone” di monte giove. Obbligati a presidiarlo costantemente anche se poco profondo, vista la mancanza di ripari in grotte o altri ripari di fortuna, i nostri uomini hanno respinto più volte gli assalti del nemico anche se superiori in numero.

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