Strafexpedition Continua l’offensiva austriaca sugli altopiani

Il fuoco delle artiglierie nemiche ha ripreso di prima mattina a colpire le linee italiane. Due corpi di territoriali sono stati scacciati dalle loro trincee a Marco. Sbandati si sono riparati a Serravalle e sono dovuti essere rimpiazzati da un battaglione di bersaglieri in serata per poter tappare la falla.

L’ottavo Corpo d’Armata nemico insiema ad alcuni effettivi della 6° brigata di montagna hanno portato, nel pomeriggio odierno, un deciso assalto alle nostre posizioni a Costa Violina, allo Zugna Torta occupando le trincee ed arrivando sino ad occupare gli abitati di Albaredo e Foppiano. La 18° brigata imperiale da montagna, grazie all’onnipresente supporto delle artiglierie, ha passato il Terragnolo in corrispondenza del ponte di San Colombano, rimasto probabilmente volontariamente intatto. Da qui è dilagata lungo le trincee di Moscheri facendo ripiegare precipitosamente la Brigata Roma sulla linea di Plache-Spino. Nello stesso momento anche la X° brigata di montagna entrava in azione in val Terragnolo, obbiettivo l’occupazione degli abitati di Valduga e Piazza, strenuamente difesi dagli alpini dei battaglioni Monte Berico e Val Leogra e dal 79° reggimento della Brigata Roma. La resistenza italiana ha suscitato ammirazione anche negli avversari, il generale Pilcher ha dichiarato infatti che “gli italiani opposerouna eroica resistenza”.

Le testimonianze italiane in quelle ore riportano anche una notizia sconcertante, il tente Umberto Silvio Ferrari del 79° Reggimento della Brigata Roma riporta che “… una compagnia nemica ci dette l’assalto procedendo a plotoni affiancati, formazione tipica degli eserciti tedeschi. Le nostre scariche falciarono le prime file.  Pure i nemici avanzavano ugualmente, urlando e gridando disperatamente. Mi accorsi che erano ubriachi.”

L’avanzata del XX corpo d’armata prosegue superando le trincee di Monte Maronia e Malga Piovernetta dilagando in serata verso Monte Maggio. L’assalto alla vetta dovrà attendere in quanto ormai l’ora tarda sconsigliava di proseguire oltre con l’avanzata.

La nostra 35° divisione, scacciata dalle proprie posizioni di prima linea ripiegò sulla linea del Coston d’Arsiero, Cima Campoluzzo, Monte Gusella e Monte Maggio. Iniziano a saltare anche le prime teste: il generale Felice De Chaurand, destituito, è stato sostituito dal generale Carlo Petitti di Roreto. Dall’Albania è rientrata la Brigata Sicilia ed il 44° Corpo d’Armata. La 27° divisione è partita oggi dal Friuli per essere riassegnata. In serata lungo le trincee di Moscheri un contrattacco della nostra fanteria è stato respinto dalla 18° brigata di montagna.

Tra le cose curiose che accadono al fronte può capitare che anche i pezzi di artiglieria nemica ricevano un nomignolo da parte dei soldati italiani, forse per esorcizzarne la paura, chissà… di fatto il 350 mm Skoda che spara da Caldonazzo è diventato il “Lungo Giorgio”, da Luserna e Costalta sparavano il “Barbara” e il “Grudrun”.

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