Strafexpedition austriaci dilagano in Vallarsa e sul Colsanto

Sullo Zugna Torta le forze austriache consolidano le loro posizioni. La 48° Divisione è ormai vicina alla cima che nel frattempo, come ormai da giorni, è bersagliata dalle artiglierie imperiali. Le nostre difese tra Fortini e Marco sono costrette a ripiegare verso Serravalle mentre a tentare la difesa un battaglione della Brigata Sicilia insieme ad alcuni pezzi di artiglieria è posizionata su una selletta vicino al Coni Zugna verso il Passo Buole. In Vallarsa lanostra difesa, affidata alla Brigata Roma cede inesorabilmente sotto la pressione nemica, Gli austriaci dilagano scavalcando le nostre trincee vuote sul Monte Spil arrivando a lambire il Monte Testo. Centinaia di Territoriali rischierati ed i rinforzi del 202° hanno potuto poco contro il nemico, a mezzogiorno gli austriaci erano ormai in vetta.

Sul Pasubio la situazione fortunatamente è diversa i rinforzi arrivati insieme alle postazioni di alpini già presenti a Malga Bisorte e Coston dei Laghi sono riusciti a contenere gli assalti.

Il ripiegamento della 35° Divisione ha costretto gli italiani a lasciare le postazioni di Monte Toraro, Monte Campomolon e Monte Melignone. Il Forte di Monte Campomolon fu abbandonato all’alba, il sottotentente Paolo Ferrario ha sacrificato la propria vita facendolo saltare in aria per non consegnarlo in mano nemica. Il sacrificio del sottotenente ha anticipato di poche ore l’arrivo del nemico, gli uomini della 3° Divisione imperiale occuparono il forte per poi scendere a Forcella Molon e al Passo della Vena catturando lungo il cammino 6 pezzi da 280 mm abbandonati dai nostri in ritirata. Monte Toraro è ormai vicino.

L’avanzata austriaca sembra inarrestabile, l’appoggio delle artiglierie sta facendo la differenza lungo tutto il saliente. In giornata vengono diramati degli ordini che raccomandano addirittura di contenere l’avanzata delle truppe per non rischiare di isolare le avanguardie e farle restare senza contatto con le retrovie.

Fortunatamente quello che non riesce a fare l’esercito riesce a farlo la natura. Gli austriaci iniziano ad incontrare i primi problemi soprattutto di carattere logistico. Il maltempo che è nel frattempo sopraggiunto unito alle difficoltà nel portare rifornimenti e nella ricollocazione dei pezzi di artiglieria iniziano a causare contrattempi  se non proprio dei problemi all’avanzata. A questo va comunque detto che il continuo afflusso di rinforzi italiani spostati da altri punti del fronte iniziano a far sentire un minimo d’effetto.

La situazione resta critica sull’Altopiano dei Sette Comuni dove la 34° Divisione del generale Angeli si trova in una situazione decisamente difficile. Da Gallio un battaglione di Territoriali viene mandato a rafforzare la linea sul Monte Mosciagh: l’obiettivo è la difesa in direzione del Portule.Alcuni pezzi di artiglieria sono stati posti sul Monte Cengio per poter colpire Monte Campomolon ora in mano nemica. Purtroppo però la ritirata della 35° Divisione italiana ha consentito agli imperiali di anticipare una parte del loro piano d’azione: l’occupazione dell’Altopiano di Asiago. Le artiglierie del 3° Corpo d’Armata del generale Dankl appoggiate da quelle del 20° sull’Altopiano di Folgaria, hanno iniziato a colpire i forti di Verena, Campolongo e Punta Corbin. 251 pezzi di artiglieria, tra cui una settantina di calibri pesanti, fu micidiale. I pezzi da 420 mm e 380 mm devastarono le nostre fortificazioni.

L’intenzione austriaca a questo punto è chiara: ottenere più punti di penetrazioni possibili verso la pianura. Per questo motivo, la decisione di anticipare l’occupazione dell’Altopiano dei Sette Comuni e l’avanzata in Valsugana, con la possibile occupazione della linea ferroviaria, sembrano una logica conseguenza dell’evoluzione dell’offensiva di questi giorni.

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