Si esaurisce la spinta italiana sull’Isonzo

Il maltempo ha messo fine all’ultima battaglia sull’Isonzo a una sola settimana dal suo inizio, coprendo di acqua e nevischio il campo di battaglia martoriato dalle granate e ridotto ad un acquitrino molto simile a quello della lontana Verdun.

Secondo i bollettini ufficiali e il Comando Italiano, l’offensiva è stata un successo nonostante il mancato raggiungimento o la conquista di obiettivi tattici, poichè le forze italiane sono riuscite efficacemente a impegnare e logorare ingenti truppe e risorse austro-ungariche e intrappolarle sul fronte italiano distogliendole da altri fronti come quello russo, dove le forze zariste conducono limitate ma fortunate operazioni offensive.

Ma il nome che aleggia su questa battaglia è ovviamente quello della cittadina francese di Verdun.

Nonostante manchi una conferma ufficiale, è difficile non trovare un collegamento tra l’attacco italiano e quello tedesco. La mancanza di chiari obiettivi strategici e la tempistica, assolutamente non favorevole alle forze italiane per via del maltempo che ha sin da subito rallentato, ostacolato e infine bloccato le operazioni offensive, suggeriscono un accordo internazionale nell’Intesa che ha visto l’Italia impegnata ad un’offensiva di alleggerimento per distogliere energie dell’Alleanza austrogermanica dal fronte di Verdun.

Sotto quest’ottica, nonostante gli altissimi costi umani e gli scarsi risultati conseguiti sul campo ( stime non ufficiali parlano di poco meno di duemila caduti da parte italiana e un numero molto alto di uomini fuori combattimento per via di ferite, malattia e congelamento ), l’offensiva italiana ha certamente avuto il merito di portare aiuto indiretto alle forze francesi così duramente provate a Verdun anche se i tempi molto ridotti e la stagione inclemente hanno richiesto un grande sacrificio che siamo certi verrà riconosciuto con il giusto merito a tempo debito.