Filippo Corridoni in un comizio del 1914

Serata commemorativa per Filippo Corridoni

Nella serata odierna si terrà, per iniziativa della Federazione Lombarda interventista, una serata in onore di Filippo Corridoni cadusto sul Carso il 23 ottobre scorso. La serata inizierà alle ore 21 presso il Conservatorio Giuseppe Verdi di Milano, oratore l’Onovervole Alceste De Ambris. I biglietti d’invito si possono ritirare presso la redazione del Popoli d’Italia.

Nato il 19 agosto 1887 a Pausula, è stato sindacalista, giornalista e politico prima ancora che militare. Sin dalla gioventù si poteva denotare in lui un carattere propenso a tutelare i più deboli. Nel 1905 a Milanotrovò lavoro come disegnatore tecnico in una città in pieno fermento industriale e due anni dopo era già segretario della sezione giovanile del Partito Socialista di Porta Venezia. Con Maria Rygier fondò il giornale Rompete le Righe avvicinandosi all’ala più rivoluzionaria del partito. Negli anni successivi iniziò a scrivere su L’Internazionale e proprio per i suoi articoli fu costretto a fuggire a Zurigo in quanto ricercato dalla polizia sino al 1909 anno in cui una nuova amnistia gli concesse di rientrare in Italia. Fu protagonista degli scioperi che infiammarono l’Italia nel 1912 ma furono anche la causa di un nuovo arresto. Scarcerato il 5 settembre 1914 le sue idee erano mutate in una forma sindacalista rivoluzionaria di inerventismo cosa che gli costarono le inimicizie dei suoi vecchi compagni che lo appellarono come un venduto.

Allo scoppio della guerra si arruolò come volontario e poco prima della partenza per il fronte inviò un telegramma a Mussolini:

«…Carissimo, fra pochi istanti partiamo per la linea del fuoco. Viva l’Italia! In te bacio tutti i fratelli delle battaglie di ieri sperando nell’avvenire…»

Il 25 luglio 1915 insieme ai complementi del 32 Reggimento di Fanteria parte per il fronte assegnato ai servizi di retrovia poichè malato di tisi. Le sue insistenze per poter combattere in prima linea lo portano a fuggire dal suo reggimento per recarsi in prima linea insieme ad altri 2 compagni. Catturati e processati con l’accusa di diserzione riescono a convincere il giudice delle loro intenzioni. Corridoni è così inviato presso il 142 Reggimento della Brigata Catanzaro.

“Morirò in una buca, contro una roccia o nella corsa di un assalto ma, se potrò, cadrò con la fronte verso il nemico, come per andare più avanti ancora!”

Queste sue parole furono profetiche. alle 15.30 del 23 ottobre 1915 cadde colpito da un colpo in fronte durante gli scontri per attestarsi alla quota 164 durante l’assalto alle Frasche alla trincea dei Razzi. Il suo corpo non fu più ritrovato.

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