Seconda conferenza Interalleata a Chantilly

In Francia, a Chantilly, si è svolta la seconda conferenza interalleata di paesi dell’Intesa , presente per l’Italia il vicecapo di stato maggiore generale Porro. I rappresentanti dei paesi presenti hanno preso atto del fallimento della spedizione a Gallipoli e dell’ormai imminente crollo dell’esercito serbo, concordando a tal proposito una linea di condotta diplomatica comune finalizzata ad esercitare una maggiore pressione su Grecia e Romania per attrarle dalla parte dell’Intesa, confermando l’opportunità della presenza del corpo di spedizione a Salonicco (la proposta inglese di rinunciare a questo fronte per utilizzare le forze li impegnate su quello mediorientale è stata respinta).

Si è poi passati a questioni più strettamente militari pianificando la strategia comune per il 1916, e a tal proposito tutti i rappresentanti si sono impegnati a tenere pronti i rispettivi eserciti per allestire azioni di alleggerimento nel caso in cui su un fronte alleato gli avversari fossero passati all’offensiva, ed in caso di azioni offensive degli alleati, queste sarebbero state organizzate sempre considerando essenziale la simultaneità degli sforzi sui vari fronti; coerentemente con tale tale proposito è stato stabilito che un membro di ciascun esercito dovrà risiedere presso il quartier generale francese. Per quanto riguarda nello specifico l’esercito serbo in ritirata, l’Italia ha confermato il proprio impegno in Albania pronta e prestare appoggio ai serbi, i quali hanno denunciato la perdita di pressoché tutte le artiglierie e di enormi quantità di materiali durante la ritirata, per cui gli alleati dovranno accollarsi l’onere di rifornire i serbi di quanto questi hanno perduto sul campo. Si è poi passati ad una panoramica delle forze attualmente disponibili per ciascun esercito, delineando quanto segue:

  • i russi attualmente schierano 2.750.000 soldati (molti però privi di fucile, essendo la produzione di 70.000 mensili contro un fabbisogno al mese di 200.000) e 4.500 cannoni ma con una seria carenza di grossi calibri
  • la Gran Bretagna schiera in Francia 34 divisioni adeguatamente equipaggiate
  • l’Italia dispone di 1.490.000 soldati che si conta di far salire a 1.784.000 entro la primavera
  • il Belgio conta 6 divisioni di fanteria e 2 di cavalleria, ovviamente senza ulteriori possibilità di reclutamento essendo il paese occupato dai tedeschi
  • La Francia schiera 2.260.000 uomini, cifra che rappresenta già lo sforzo massimo possibile

Riguardo il coordinamento delle operazioni è apparsa chiara particolarmente ai rappresentanti russo e italiano l’importanza di armonizzare le azioni dei due eserciti e si è quindi concordato di attuare una condotta comune per la quale quando su uno dei due fronti il nemico fosse passato all’offensiva, sull’altro fronte l’alleato avrebbe preso l’iniziativa al fine di impedire agli austro ungarici di trasferire forze dalla Galizia all’Italia e viceversa; va però fatto notare che i rovesci subiti dai russi nelle ultime offensive austro­tedesche sul fronte orientale rendono estremamente improbabile che la Russia possa onorare gli accordi presi con l’Italia. A rendere poi più difficile l’armonizzazione dello sforzo di Italia e Russia c’è anche il fatto che i russi non hanno nascosto la loro ostilità nei confronti degli italiani per il fatto che questi hanno fin’ora puntato in direzione dei territori slavi dell’impero austriaco rimanendo in atteggiamento puramente difensivo sul fronte trentino, ovvero verso i territori tedeschi. Nel complesso durante la conferenza sono stati presi dagli alleati dei generici impegni di reciproco supporto tra gli eserciti, impegni che però dal punto di vista strettamente operativo risultano essere decisamente vaghi ed inconsistenti.

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