Scontro tra corazzate nel Mare del Nord

Ieri e questa notte, nel Mare del Nord in prossimità delle coste danesi del promontorio dello Jutland, si è combattuto il più grande scontro marino di tutta la guerra.

La flotta tedesca, guidata dall’Ammiraglio Reinhard Scheer, ha effettuato una sortita in massa fuori dai porti sicuri di Wilhelmshaven con l’intento di attrarre in una trappola parte della flotta britannica e schiacciarla. I piani tedeschi sono però sfumati quando le forze navali britanniche si sono presentate puntuali e in superiorità numerica e hanno ingaggiato le navi tedesche in un gigantesco e sanguinoso combattimento.

Secondo indiscrezioni il piano di Scheer consisteva in un’audace intesa ad attirare una parte della flotta britannica usando il traffico commerciale nel Mare del Nord come esca e una flotta di Zeppellin per raccogliere informazioni sul naviglio britannico. Nella speranza di poter dare battaglia con un reparto britannico non troppo superiore in numero e infliggere gravi perdite prima dell’arrivo del grosso della flotta nemica, l’ammiraglio tedesco aveva mobilitato tutte le forze a propria disposizione, compresa la flotta d’alto mare e numerosi sommergibili. Manovrando tra campi minati e con il supporto dell’aviazione tedesca, le navi germaniche hanno preso il largo la mattina di ieri divise in due flotte, una guidata dall’Ammiraglio Scheer e una dall’Ammiraglio Hipper.

La flotta britannica è stata subito interamente mobilitata, facendo così sfumare la possibilità da parte dei tedeschi di combattere solo un contingente limitato di navi da guerra nemici. All’origine della subitanea mobilitazione dell’intero dispositivo militare britannico pare che ci sia stata l’intercettazione e la decrifrazione delle comunicazioni dell’ammiragliato tedesco.

Verso le ore 14.20 unità minori delle due flotte si sono casualmente incrociate mentre stavano fermando naviglio commerciale neutrale. Il primo colpo messo a segno è stato tedesco, sparato dalla SMS Elbing ai danni del HMS Galatea. Intercettata la flotta tedesca, l’Ammiraglio Beatty ha dato ordine alle sue navi di procedere speditamente in direzione sud-est per tagliare la strada alla flotta tedesca e impedirne la fuga verso acque sicure.

Contrariamente alla strategia di Scheer, iniziamente sono state le navi tedesche a trovarsi in netta inferiorità numerica mentre la flottiglia guidata da Hipper, composta dalle migliori navi da battaglia tedeschie, si è trovata a fronteggiare da sola le due squadre da guerra britanniche: il primo e secondo squadrone guidato da Beatty e il quinto guidato da Sir Hugh Evan-Thomas.

La flotta britannica però ha avuto dei problemi di comunicazione e, nonostante gli ordini dati da Beatty tramite l’esposizione di bandiere, lo squadrone di Even-Thomas ha tardato a cambiare rotta verso sud e si è trovato distante ben 10 miglia dalle unità alleate nel momento in cui queste iniziavano un fitto fuoco con quelle tedesche. Mancando della superiorità numerica schiacciante che avrebbero potuto avere se si fossero meglio coordinate, sfavorite dalla miglior visibilità che le unità tedesche avevano nelle fasi iniziali dello scontro, le navi da guerra di Beatty si sono trovate sottovento e fuori formazione.

Sfavorite dal fitto fumo delle navi tedesche, le artiglierie britanniche hanno tardato a mettere a segno i primi colpi mentre i cannoni tedeschi hanno avuto la meglio per i primi quindici minuti dell’ingaggio. Con le due flotte schierate in linee parallele e lanciate a tutta velocità verso sud, le unità tedesche nel tentativo di ricongiungersi al grosso della flotta alleata mentre quelle britanniche intenzionate a sbarrare la via e non perdere il contatto, le navi da guerra si sono scambiate letali bordate che però hanno causato i danni peggiori ai britannici. Il solo Moltke, nei primi dodici minuti di combattimento, è riuscito a mettere a segno 9 colpi sull’HMS Tiger.

Alle 16.00 un devastante colpo da 30,5 cm dal Lutzow ha colpito l’ammiraglia Lion di Beatty, devastando il ponte Q e uccidendo all’istante decine di marinai e innescando un pericoloso incendio. Solo il coraggioso intervento del comandante della torretta, Maggiore Francis Harvey ha impedito il peggio. Mortalmente ferito e intuendo la possibilità che l’incendio si propagasse verso i magazzini degli esplosivi, Harvey ha dato ordine di chiudere i condotti e allagare la sezione, salvando così la nave da distruzione certa.

Due minuti dopo, alle 16.02, un colpo tedesco ha raggiunto la HMS Indefatigable, attraversando la corazza e facendo detonare un deposito di minuzioni. Pochi istanti più tardi, un secondo proiettile da 28 cm della Von der Tann ha colpito la nave da battaglia inglese all’altezza del torretta A, trapassando la sottile corazza e innescando una reazione a catena che ha squassato la nave, facendola affondare in pochi secondi e uccidendo sul colpo l’intero equipaggio di 1.019 uomini e lasciando solo due superstiti.

Mentre la quinta flottiglia britannica lentamente rientrava in azione e iniziava a tirare sulle navi tedesche dalla massima distanza, una fortunata salva tedesca ha raggiunto la Queen Mary alle 16.25. Una devastante serie di esplosioni ha disintegrato la corazzata che è scomparsa in un istante, trascinando nelle profondità del mare tutti i 1.275 uomini d’equipaggio trenne nove marinai.

Solo un minuto più tardi un’altra devastante salva tedesca si è abbattuta sulla Princess Royal, causando una fitta nuvola di fumo e detriti. Beatty, dal ponte di comando della Lion, sentendosi dire dall’aiutante della supposta distruzione della Princess Royal, ha detto “Sembra che ci sia qualche cosa di sbagliato nelle nostre dannate navi, oggi.” Fortunatamente per le forze britanniche la Princess Royal, dissipato il fumo, risultò ancora in grado di combattere.

Negli ultimi istanti prima del ricongiungimento delle flotte tedesche, le cacciatorpediniere britanniche si sono lanciate avanti e hanno aperto il fuoco con i siluri. Tutte le navi tedesche di Hipper sono riuscite ad evadere gli ordigni tranne la Seydlitz che è stata colpita da un siluro e ha iniziato ad imbarcare acqua. L’audace azione britannica è costata la distruzione della HMS Nestor e la HMS Nomad, disabilitate dal fuoco nemico e poi distrutte dalle navi di Scheer.

Prima del ricongiungimento delle flottiglie tedesche, Beatty ha fatto compiere alle proprie navi una manovra di inversione di rotta, puntando verso nord, nel tentativo di attrarre il nemico verso la sopraggiungente quinta squadriglia di Evan-Thomas. Anche in questo caso però problemi di comunicazione hanno impedito alle navi della quinta squadriglia di comprendere le intenzioni di Beatty e di manovrare per tempo, trovandosi quindi nuovamente in ritardo e fuori azione.

Le navi britanniche da inseguitrici si sono trovate inseguite da quelle tedesche in una lunga e veloce corsa verso nord mentre la quinta flottiglia di Evan-Thomas si è trovata ad essere la retroguardia della squadra da battaglia inglese, sotto il fuoco contemporaneo delle corazzate di Hipper e della flottiglia di Scheer. Le corazzate britanniche però si sono dimostrate più capaci degli incrociatori di Beatty nel subire il massiccio e preciso fuoco tedesco e nel combattimento che è seguito per quasi un’ora, le navi inglesi hanno messo a segno diversi colpi sulle avversarie, incassando fuoco di ritorno senza subire però alcuna perdita.

Verso le 18.00 da nord è arrivata la terza squadriglia guidata dall’Ammiraglio Jellicoe sulle cui spalle è caduta la responsabilità della manovra più importante della giornata: accostare da est tagliando la T ( manovra che consente alle navi da guerra di dispegare tutta la propria potenza di fuoco su avversari che possono fare fuoco solo con metà delle proprie batterie ) o accostare da ovest guadagnando prezioso tempo e avvicinandosi alle navi di Scheer prima del crepuscolo.

Alle 18.15 Jellicoe ha deciso di accostare da est.

Il massacro delle navi inglesi intanto stava continuando. Due navi dell’Ammiraglio Arbuthnot, la HMS Defence e la HMS Warrior si sono dirette verso il relitto della Wiesbaden per dare il colpo di grazia, solo per finire sotto il fuoco dei calibri più grandi delle navi di Scheer. La Defence, colpita da una letale salva, è esplosa e si è disintegrata causando la morte di 903 uomini mentre la Warrior ha subito non meno di una dozzina di colpi che l’hanno disabilitata. Diverse navi tedesche si sono avvicinate per dare il colpo di grazia ma la Warspite, obiettivo ben più interessante, è intervenuta attirando il fuoco e incassando diversi colpi che l’hanno messa fuori combattimento per il resto della giornata.

Liquidata la squadriglia di Arbouthnot, le navi di Hipper si sono fatte sotto per colpire lo squadrone di navi da battaglia di Hood. Inizialmente la migliore visibilità ha dato agli inglesi modo di piazzare una decina di colpi sul Lutzow ma una salva combinata da parte di due navi tedesche ha colpito contemporaneamente la Invincible, causando una serie di esplosioni devastanti che hanno fatto affondare la nave da guerra in meno di un minuto. Tutto l’equipaggio di 1.032 uomini, tranne sei marinai,  ha trovato la morte nella deflagrazione, compreso l’Ammiraglio Hood.

Mentre la Lützow lentamente andava alla deriva, le navi di Jellicoe sono arrivate a tiro della flotta tedesca. Alle 18.30 la terza squadriglia ha tagliato la T di Scheer mentre decine di granate sparate da 10 delle 24 dreadnought inglesi hanno iniziato a piovere sulle navi tedesche. La SMS Konig ha ricevuto in pochi minuti 7 colpi dalla sola Iron Duke ammiraglia di Jellicoe. L’ammiraglio inglese, temendo i siluri tedeschi, ha deciso quindi di continuare a dirigersi verso sud e di non forzare la mano mentre l’oscurità lentamente rendeva complesse le manovre e sempre meno precisa la mira delle artiglierie.

In inferiorità numerica e in posizione tattica svantaggiosa, Scheer ha quindi fatto virare le proprie navi verso ovest, facendole marciare alla massima velocità possibile. Sotto un fuoco tremendo da parte del grosso della flotta inglese, le migliori navi tedesche hanno ricevuto non meno di 35 colpi di grande calibro mentre disperatamente cercavano di disingaggiare. Nonostante i gravi danni subiti e la conseguente perdita di velocità di alcune navi, la flottiglia è rimasta coesa ed è sopravvissuta al crepuscolo.

Male interpretando i bagliori all’orizzonte, indicanti il tentativo riuscito da parte dei tedeschi di sfuggire all’accerchiamento inglese, nel tentativo di evitare un combattimento notturno e al contempo di bloccare la ritirata dei tedeschi per riprendere i combattimenti all’alba di oggi, Jellicoe decise di non forzare la mano e di disporre le proprie navi in una sorta di scudo per bloccare la via alle unità tedesche.

Contrariamente alle intenzioni inglesi però, i combattimenti si sono protratti per la prima parte della notte. In incontri casuali a brevissima distanza, diverse flottiglie tedesche e inglesi si sono scontrate scaricando i cannoni da distanza ravvicinata e lanciandosi siluri da poche centinaia di metri.

La SMS Frauenlob, colpita da un siluro inglese, è affondata trascinando negli abissi tutto l’equipaggio di 320 uomini mentre la Lützow, già gravemente danneggiata nello scontro con le navi di Arbuthnot, è stata colpita dalla cacciatorpediniera G38.

Le unità tedesche, alla ricerca di una via di fuga per evitare di ingaggiare di nuovo i combattimenti all’alba, sono riuscite ad affondare le  HMS Tipperary, Ardent, Fortune, Sparrowhawk e Turbulent mentre alcune navi inglesi, pur danneggiate gravemente dalle artiglierie tedesche, si sono salvate perchè gli ingombranti cannoni nemici non erano in grado di mirare abbastanza in basso da distanza ravvicinata.

L’alba di oggi ha visto le flotta inglese, pur seriamente colpita, padrona del mare e quella tedesca salva nei porti alleati.

Berlino ha dichiarato di aver vinto la battaglia, avendo affondato naviglio per 120.000 tonnellate ( 3 incrociatori da battaglia, 3 incrociatori corazzati e 8 cacciatorpediniere ) e avendo perso navi per meno della metà del tonnellaggio ( 62.000 tonnellate per 1 incrociatore da battaglia, 1 pre-dreadnought, 4 incrociatori leggeri e 5 torpediniere ). Al contrario Londra si dice vittoriosa, avendo chiuso nuovamente la flotta nemica nei porti tedeschi neutralizzandola e sventando il tentativo di annullare il blocco navale inglese.

Quali che siano le reali conseguenze di questa brutale e gigantesca battaglia, oltre 8.500 marinai hanno trovato la morte nelle gelide acque del Mare del Nord, nella più grande battaglia navale di questo conflitto.

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