Scontri tra il Governo Salandra e le opposizioi socialiste alla Camera

“Se la Camera dovesse proseguire in questo cammino non servirebbe il Paese. Nostro dovere allora sarebbe di proporre alla Corona quei provvedimenti che ritenesse necessari.”

Con queste parole il Primo Ministro Salandra ha risposto all’ennesima provocazione della frangia di deputati socialisti guidati dall’Onorevole Treves che da mesi ormai continua una lotta contro l’esecutivo. Da mesi continuano a perpetrare attività di opposizione alle iniziative di Governo che dal canto suo seguita a chiedere una certa coesione tra le forze politiche. Proprio all'”Unità Nazionale” fa appello il Primo Ministro Salandra quando si rivolge a queste opposizioni che non avendo i numeri per causare una crisi di governo si limitano a fare azioni di ostruzionismo e continue provocazioni politiche. Il loro obiettivo sembra essere quello di minare lentamente il consenso popolare all’attuale Governo.

Treves non è nuovo a queste dure prese di posizione che in altre occasioni hanno avuto anche toni molto accesi. Ha sempre portato avanti le sue idee a volte anche arrivando a conclusioni estreme. Nel marzo dello scorso anno (1915), periodo in cui Mussolini ed il Partito Socialista  erano ai ferri corti, si era espresso con una serie di durissimi articoli in cui attaccava l’ex direttore dell’Avanti!. Questi articoli ebbero ovviamente delle degne risposte anche da parte di Mussolini il che portò prima ad uno scambio di insulti per finire in un duello d’altri tempi a colpi di sciabola nonostante lo Statuto del Partito Socialista lo vietasse. La sfida di Treves venne accolta e il duello ebbe luogo alla Bicocca di Niguarda, nel pomeriggio del 29 marzo 1915. Il duello, durato 25 minuti, fu violentissimo ed ebbero luogo otto assalti consecutivi nei quali i duellanti inflissero l’un l’altro varie ferite. Alla fine, anche su consiglio dei medici presenti i padrini dei duellanti decisero di porre termine allo scontro nonostante il rifiuto dei duellanti di riconciliarsi. Treves fu ferito all’avambraccio, alla fronte e all’ascella ma riuscì a colpire all’orecchio Mussolini, che era uscito indenne da sei precedenti duelli.