Pesante sconfitta dell’Austria-Ungheria in Serbia

L’offensiva Austro-Ungarica – La strategia Serba – Comandanti a confronto – L’andamento della battaglia – La rotta lungo la Drina – Pesante sconfitta dalle gravi conseguenze – Massacri sulla popolazione civile – Primo combattimento aereo

 

Dopo quattro giorni di pesanti combattimenti, l’offensiva Austro-Ungarica in Serbia è definitvamente fallita con un grave e sanguinoso rovescio. Le truppe Austro-Ungariche, comandate dal Governatore della Bosnia-Erzegovina Oskar Potiorek, indebolite dai prelievi effettuati per rinforzare il fronte orientale in vista dell’offensiva russa, hanno ingaggiato quelle avversarie a ovest di Belgrado in una zona collinare dominata dal monte Cer.

Potiorek Oskar, Governatore della Bosnia-ErzegovinaDi fronte ad un avversario solo leggermente superiore in numero, le truppe Serbe, guidate dal Maresciallo Radomir Putnik, attendevano, sfruttando la geografia favorevole alla difesa, hanno inflitto gravi perdite all’avversario prima di doversi ritirare e abbandonare agli Austro-Ungarici i paesi di Borino Selo e Rašulijača. Nelle giornate del 19 e 20 agosto sanguinosi combattimenti si sono susseguiti per la riconquista dei territori controllati dall’esercito Austro-Ungarico fino a quando, nella giornata di ieri, le truppe di Potiorek, sfiancate da quattro giorni di accanita lotta, non hanno ceduto e hanno abbandonato il campo disordinatamente.

Con davanti il fiume Drina e alle spalle l’esercito Serbo all’inseguimento, le truppe in ritirata hanno subito una umiliante e pesantissima sconfitta. Migliaia di soldati sono affogati nel tentativo di attraversare in massa e caoticamente il fiume ingrossato dalle piogge mentre un numero molto maggiore di commilitoni cadeva prigioniero dell’esercito Serbo.

All’alba di oggi, le pendici del monte Cer sono coperte di cadaveri e feriti in condizioni disperate. Un osservatore francese, Henry Barby, ha così riferito:

“L’area tra il Cer e il fiume Jadat dove questa tremenda battaglia ha avuto luogo non è altro che un cimitero di massa coperto di carne in putrefazione… Dall’ombra della boscaglia emerge un tanfo così disgustoso da rendere impossibile il raggiungimento della cima del Cer. Il numero dei corpi è così enorme che la Seconda Armata è stata costretta ad abbandonare la loro sepoltura per mancanza di tempo.”

Radomir Putnik, Maresciallo dell'Esercito Serbo

Radomir Putnik, Maresciallo dell’Esercito Serbo

Al termine degli scontri l’esercito Serbo ha diramato una nota formale nella quale accusa quello Austro-Ungarico di aver commesso atrocità contro la popolazione serba. Nella nota si fa menzione esplicita di rastrellamenti indiscriminati, fucilazioni e impiccagioni di massa. Secondo alcuni osservatori, reparti della Seconda Armata avrebbero rapito, torturato e stuprato diverse donne serbe. Nel paese di Krivajica, diciannove corpi sarebbero stati trovati legati e massacrati con armi da corpo a corpo.

Simili dichiarazioni sono state rivolte dall’esercito Austro-Ungarico ai civili Serbi della zona di battaglia, accusati di aver mutilato e ucciso diversi soldati Austro-Ungarici feriti negli scontri.

Durante la battaglia pare che vi sia stato uno scontro aereo, forse il primo di questo genere, tra un veicoli Serbo guidato da tale Tomić, e un veicolo Austro-Ungarico. Secondo i rapporti ufficiali, l’ufficiale Tomić era in ricognizione per osservare gli spostamenti di truppe nemiche quando un veicolo Austro-Ungarico si è avvicinato. Tomić è stato allora oggetto del fuoco del pilota avversario che ha scaricato l’intero caricatore della pistola d’ordinanza senza però raggiungere il bersaglio. Tomić è scampato all’attacco ed è atterrato senza problemi alla propria base.

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