Monte Nero: capolavoro degli Alpini

Cap. V. Arbarello

Cap. V. Arbarello

Nella notte senza luna tra il 15 ed il 16 giugno l’azione combinata di tre Compagnie di Alpini, la 35° del Battaglione Susa al comando del Capitano Vittorio Varese, e la 84° del Battaglione Exilles al comando del capitano Vincenzo Arbarello e la 31° al comando del Capitano Rosso, hanno compiuto con una mossa definita dagli stessi austriaci “da manuale” un’operazione considerata impossibile. La conformazione morfologica del monte unita alle difese ben approntate, rendevano questa vetta quasi inespugnabile. Gli assalti sono partiti in maniera coordinata da Monte Vrata e da Monte Kozljak.

Sten. Alberto Picco

Sten. Alberto Picco

Le operazioni hanno avuto inizio con una piccola pattuglia in avanscoperta al comando del sottotenente Alberto Picco. Gli alpini del Susa dalla cresta nord con l’intento di conquistare il costone occidentale, tre compagnie dell’Exilles dal versante meridionale, più ripido e scoperto, puntanrono direttamente alla vetta.  Le condizioni meteo erano favorevoli a questo colpo di mano: la notte senza luna e la nebbia hanno celato l’avvicinarsi delle truppe alpine. Dopo tre ore di marcia e scalate gli uomini dell’Exilles carichi anche di un sacco pieno di terra per crearsi un riparo di fortuna, arrivano in prossimità delle difese nemiche e, udito a distanza l’inizio dello scontro tra il Susa e i difensori, partono all’assalto della cima. Alle 3.30 giungono in contatto con il nemico ed iniziano l’assalto. Il sottotentente Picco, ferito gravemente morirà poco dopo.

Il Capitano Vittorio Varese

Il Capitano Vittorio Varese

Si procede all’assalto all’arma bianca. Alle 4.45, l’84° dell’Exilles, comandata da Arbarello, sfonda le difese e conquista, anche se a caro prezzo la vetta. Il Susa attraversato un nevaio ghiacciato per aggirare le difese cattura un intero battaglione nemico con tutto il proprio stato maggiore.

Gli austriaci tenteranno subito dopo di riprendersi la vetta, ma verranno respinti, anche con l’aiuto di pietre fatte accumulare da Albarello e scagliate contro gli attaccanti.

«Giù il cappello davanti agli alpini, è stato un capolavoro!»

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