Mischia furibonda sul Mort-Homme

Dopo alcuni giorni di incessanti e logoranti schermaglie e una battaglia d’artiglierie senza precedenti, tale da essere udita a diverse decine di chilometri di distanza, le forze tedesche sono nuovamente passate all’attacco sulla riva sinistra della Mosa nel tentativo di conquistare l’importante collina del Mort-Homme e bloccare l’incessante azione delle batterie francesi che tanti grattacapi hanno creato alle forze germaniche sull’altra riva del fiume.

L’assalto tedesco non è giunto inaspettato, nonostante negli ultimi giorni la pressione germanica fosse concentrata sopratutto sulla riva destra nel vano tentativo di aprire un varco nelle difese francesi in direzione del Forte di Vaux, ma la mera forza di un bombardmento repentino e devastante ha sconquassato le linee difensive e tramortito i fanti francesi dando tempo alle colonne tedesche di guadagnare la prima linea e ricacciare indietro le forze avversarie con straordinaria rapidità.

La sbalorditiva efficacia dell’assalto tedesco ha stupito gli stessi ufficiali delle truppe germaniche che, raggiunti immediatamente gli obiettivi assegnati, hanno deciso di prendere posizione e trincerarsi in loco senza approfittare quindi dello slancio e del momento di difficoltà delle forze francesi che hanno così potuto riprendere fiato e riassestarsi sulle linee fortificate sulla sommità del Mort-Homme. Ma la scelta degli ufficiali tedeschi si è rivalata presto infelice in quanto l’artiglieria francese abilmente posizionata ha iniziato a martellare le truppe tedesche attestate nella prima linea francese appena conquistata e già devastata dal bombardamento preparatorio. Con pochi ripari e sotto un fuoco intensissimo, le forze tedesche, che con poco sforzo avevano ricacciato i francesi dalla prima linea, hanno subito ingenti perdite e sono state scompaginate mentre alle riserve veniva impedito di avanzare o veniva fatto pagare a caro prezzo il breve tratto allo scoperto.

Solo dopo molte ore trascorse sotto il fuoco nemico, le forze tedesche si sono ricompattate e hanno cercato con un ultimo disperato slancio di avanzare e conquistare la vetta del Mort-Homme ma la furia dell’artiglieria nemica e il fuoco della fucileria ne hanno rallentato lo slancio.

A questo punto il combattimento si è trasformato in una mischia furibonda senza un fronte vero e proprio ma con continue azioni di fiancheggiamento e assalto eseguite da piccoli reparti o addirittura individuali e in una brutale serie di combattimenti corpo a corpo o con il lancio di granate da un cratere all’altro. Le artiglierie di entrambi gli schieramenti hanno contribuito al caos colpendo praticamente alla cieca la sommità del Mort-Homme nel disperato tentativo di annientare gli avamposti nemici e di sbarrare la via alle riserve avversarie ma, di fatto, spesso colpendo le truppe amiche.

Gli assalti si sono ripetuti per tutta la giornata odierna e i due eserciti in lotta si sono contesi il possesso della collina del Mort-Homme senza che un avversario emergesse chiaramente come vincitore mentre le perdite non hanno fatto che aumentare ad un ritmo vertiginoso. Si è combattuto nelle peggiori condizioni climatiche possibile, sotto una pioggia pattente che a tratti si è tramutata in una forte nevicata, su un terreno devastato e reso irriconoscibile dalle granate e trasformato in una palude informe in cui i cannoni sono affondati fino all’affusto e i soldati fino alla vita perdendo persino gli stivali. I combattenti feriti spesso hanno dovuto contare solo sulle proprie forze per trascinarsi fuori dalla mischia mentre i corpi senza vita sono rimasti sul terreno, coperti dai detriti sollevati dalle esplosioni e poi dissepolti dall’artiglieria, fatti a pezzi dalle granate e martoriati oltre ogni possibilità di riconoscimento.