L’Italia in Guerra

Cacciatorpediniere Zefiro

Cacciatorpediniere Zefiro

Alle ore 23.30 del 23 maggio è stato esploso quello che probabilmente sarà ricordato come il primo colpo di fucile del fronte italo austriaco. Piero Dell’Acqua e Costantino Carta, due finanzieri incaricati di vigilare sui ponti dello Judrio presso il confine di Corno di Rosazzo. Durante il loro turno di guardia, i due hanno notato alcune ombre sul ponte e un insolito movimento. La loro reazione ha messo in fuga un gruppo di guastatori austriaci che, alla luce del giorno dopo, è stato possibile accertare avessero intenzione di far saltare il ponte. Sul posta sono state ritrovate infatti le cariche lasciate durante la fuga. Il giorno seguente, 24 maggio 1915, proprio su questo ponte sono transitati i fanti delle brigate Re e Pistoia in direzione di Cormòns. Poco prima di questo evento, alle 23.15 nella laguna di Grado e Marano, il cacciatorpediniere Zefiro aveva già iniziato le prime manovre belliche contro postazioni austriache.

Gli Austriaci, essendosi precedentemente ritirati su postazioni maggiormente difendibili hanno dato la possibilità al Regio Esercito Italiano di avanzare e prendere posizione sul Passo del Tonale in Val Camonica e sul Monte Pasubio in Trentino. La regione della Carnia ha assistito ad un violento bombardamento dell’artiglieria Italiana sulle postazioni Austriache in vetta.

Nel territorio del Cadore, la 4° Armata del Gen. Nava ha occupato tutti i valici di confine lasciati liberi dagli austriaci, ritiratisi in altura. Sull’Isonzo la 2° Armata del Gen. Frugoni ha occupato Caporetto e il Monte Stol mentre la 3° armata si dirige verso il medio e basso Isonzo occupando Cormòns, Versa, Cervignano e Terzo. Lenta e difficoltosa l’avanzata in alcuni tratti del fronte a causa dei sabotaggi austriaci (alcuni argini  dei canali erano stati fatti saltare).

La prima notte di guerra ha visto invece gli austriaci approfittare del loro vantaggio aereo e navale: azioni congiunte aeree e navali sono state compiute sulla costa adriatica italiana. Aerei austriaci hanno gettato bombe su Venezia jesi e brindisi. Unità della marina Austriaca hanno bombardato tra le 4 e le 6 del mattino del 25 maggio Porto Corsini, Ancona, Senigallia, Rimini, Barletta, Manfredonia, Pesaro, Fano, Potenza Picena, Porto Recanati e le isole Tremiti. L’effetto di queste azioni fu minimo e militarmente irrilevante.

Su tutto il fronte di terra si susseguono continue operazioni da parte italiana nel tentativo di spingersi il più avanti possibile in teritorio nemico.Sulle Alpi Giulie, alla Sella Prevala, in Val Raccolana, Val Dogna. Vicino a MAlborghetto il forte austriaco di Hensel è stato pesantemente bombardato dalle artiglierie italiane.

Caduto in mano italiana anche l’accesso alla Val Degano: il passo di Valle Inferno. Il Plotone che ha sferrato l’assalto subì numerose perdite tra cui tutti gli uficiali. L’assalto finale fu condotto dal caporal maggiore Antonio Vico, piemontese, ferito egli stesso durante l’azione.

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