La risposta di Wilson alla Germania

Dipartimento di Stato, 23 ottobre 1918:

Avendo ricevuto la solenne ed esplicita assicurazione del Governo tedesco che questo accetta, senza riserve, le condizioni di pace esposte nel messaggio del Presidente al Congresso degli Stati Uniti in data 8 gennaio 1918 e principii regolatori esposti nei suoi successivi messaggi, e specialmente del messaggio del 27 settembre, che esso desidero discutere i particolari della loro applicazione e che questo desiderio e questa intenzione E amano, non da coloro che hanno dettato finora la politica tedesca e condotta la guerra attuale in nome della Germania, ma da ministri che parlano per la maggioranza del Reichstag e dell’enorme maggioranza del popolo tedesco, ed avendo pure ricevuto esplicita promessa dall’attuale Governo che le leggi umane di guerra fra popoli civili saranno osservate in terra e sul mare dalle forze armate tedesche, il Presidente degli Stati Uniti non può rifiutare di prendere in considerazione, coi Governi coi quali il governo degli Stati Uniti è associato, la questione di un armistizio.
Egli considera, tuttavia che è suo dovere ripetere che il solo armistizio che egli sentirebbe di poter sottoporre considerazione sarebbe quello che ponesse di Stati Uniti e le Potenze con le quali sono associati, in condizione di far eseguire gli accordi che potessero essere presi e di rendere impossibile la ripresa delle ostilità da parte della Germania.
Il Presidente quindi comunicato la sua corrispondenza con l’attuale autorità della Germania ai Governi coi quali il Governo negli Stati Uniti è associato come belligerante, col suggerimento che se questi Governi sono disposti a fare la pace alle condizioni e secondo i principi già indicati, I loro consiglieri militari e di consiglieri militari degli Stati Uniti siano richiesti di sottoporre ai Governi associati contro la Germania le condizioni necessarie di un armistizio tale che possa proteggere in modo assoluto gli interessi dei popoli in causa, e assicurare ai Governi associati contro la Germania alle condizioni necessarie di un armistizio tale che possa proteggere in modo assoluto gli interessi dei popoli in causa, e assicurare ai Governi associati di poter, senza restrizione, tutelare e imporre particolari della pace, alla quale il governo tedesco ha consentito, purché giudichino quest’armistizio possibile dal punto di vista militare.
Nel caso in cui tali condizioni d’armistizio fossero suggerite, la loro accettazione da parte della Germania darà la prova migliore e più concreta della sua non equivoca accettazione delle condizioni dei principi di pace dai quali tutta l’azione procede. Il Presidente crederebbe mancare di sincerità se non rilevasse, nel modo più franco possibile, la ragione per la quale garanzie straordinarie devono essere chieste. Per quanto sembrino essere significativi e importanti i cambiamenti costituzionali, di cui parla il segretario tedesco degli affari esteri nella sua Nota 20 corrente, non sembra che il principio di un Governo responsabile verso il popolo tedesco sia stato finora pienamente realizzato, né che garanzie esistano o siano allo studio, che permettano di avere la sicurezza che le modificazioni di principio e di pratica, ora parzialmente consentite, siano permanenti. Inoltre non sembra che si sia giunti al vivo delle difficoltà attuali. Può essere che le guerre future siano poste sotto il controllo del popolo tedesco, ma la guerra attuale non lo è stata, ed è della guerra attuale che si tratta. E’ evidente che il popolo tedesco non possiede affatto i mezzi per costringere le autorità militari dell’Impero a sottomettersi alla volontà popolare; che il potere che ha il Re di Prussia di controllare la politica dell’Impero rimane intero, che l’iniziativa determinante resta ancora nelle mani di coloro che sono stati finora padroni della Germania.
Ritenendo che tutta la pace del mondo dipenda ora dalla franchezza della parola e dalla realtà degli atti, il Presidente crede che sia suo dovere dire, senza tentare in alcun modo di raddolcire quello che può parere amaro, che le Nazioni del mondo non hanno e non possono avere fiducia nelle parole di coloro che furono finora padroni della politica tedesca, e di rilevare ancora una volta che nel concludere la pace e nel cercare di riparare alle infinite ingiurie ed ingiustizie di questa guerra, il Governo degli Stati Uniti non può trattare che coi veri rappresentanti del popolo tedesco, investiti di poteri sinceramente costituzionali, che li rendano i veri governanti autocrati della Germania, o se dovesse eventualmente trattare con essi più tardi per ciò che riguarda gli obblighi internazionali dell’Impero tedesco, dovrebbe esigere non negoziati di pace, ma una resa. Non vi è nulla da guadagnare xxxx (non leggibile n.d.r.) questa cosa essenziale.
Accettate le rinnovate assicurazioni della mia più alta considerazione.

Firmato: Robert Lansing

 

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