La protezione della cavalleria durnte il nostro ripiegamento

Nelle dolorose e difficili giornate trascorse a partire dalla fine di ottobre, l’abbandono dell’Isonzo, il passaggio poi del Tagliamento e della Livenza, l’avanzata nemica che sembrava inarrestabile.
La nostra ritirata si sarebbe risolta in un disastro se non avessimo avuto a proteggerla colonne volanti di cavalleria e ciclisti, lanciati dal nostro Comando come un ultimo disperato tentativo di arginare il disastro. Furono questi riparti a salvare la situazione, lanciandosi contro il nemico sacrificandosi senza risparmio.
Grazie a loro il nostro Esercito potè ripiegare e riorganizzarsi preparando la salda linea difensiva che ora dagli altipiani alla foce del Piave funge da baluardo contro il nemico.

Dal giugno del 1915 l’uso della cavalleria era quasi cessato a causa del mutato modo di combattere degli eserciti. Sugli altipiani nei primi giorni dell’estate del 1916 e poi a Gorizia, nell’agosto successivo ci furono alcune rare occasioni di battaglia. Adesso invece all’improvviso tutto è cambiato, si deve tornare a correre, la cavalleria italiana, compatta, ha risposto all’appello e con galoppate senza fine, insieme alle unità dei ciclisti hanno adempiuto all’arduo compito cui sono stati chiamati.

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