La battaglia divampa a nord di Verdun

Dopo una notte tormentata da confuse azioni offensive da ambo le parti, le prime luci dell’alba hanno visto un rinnovarsi degli scontri lungo una ventina di chilometri del saliente a nord di Verdun, sulla riva destra della Mosa. Le forze francesi, duramente provate da un bombardamento senza precedenti che le ha viste sotto una vera e propria pioggia di fuoco e acciaio, hanno in più punti provato dei contrattacchi repentini ma sono state pressochè ovunque rispinte con gravi perdite da un fitto fuoco di sbarramento tedesco e dalle mitragliatrici nemiche. In alcuni punti del fronte, come nella parte settentrionale del Bois de Caures ( una delle regioni maggiormente interessate dall’offensiva tedesca di ieri ), l’artiglieria francese, mal coordinata per via del taglio di tutte le linee di comunicazione telegrafica e la morte di buona parte dei portaordini, ha colpito indistintamente tedeschi e soldati francesi mentre uscivano dalle trincee per contrattaccare.

Al limite meridionale del Bois d’Haumont, preso dai tedeschi nel tardo pomeriggio di ieri, le forze del Maggiore Bertrand hanno organizzato un contrattacco per le ore 5.00 ma, raggiunte da un messaggero recante ordini spiccati nella tarda serata di ieri, hanno dovuto attendere le 8.30 per unirsi alle riserve francesi in un attacco in massa. Colte dalla luce del sole, allo scoperto in una regione devastata dai bombardamente e quindi perfettamente visibili agli aviatori tedeschi che sorvolavano l’area, le truppe di Bertrand non hanno potuto nemmeno partire all’assalto ma sono state preventivamente martellate dall’artiglieria nemica che ha fatto strage e le ha inchiodate sul posto.

Nel Bois de Consenvoye, ad ovest del Bois d’Haumont, le truppe territoriali consistenti in un reggimento prevalentemente composto da quarantenni dai piedi piatti, sono stati attaccati da un reparto armato di lanciafiamme che ha seminato il terrore e ha messo in fuga i difensori aprendo così una pericolosa breccia proprio mentre le riserve stavano affluendo per il contrattaccare più ad ovest. Il 351° battaglione si è eroicamente trincerato al centro del varco aperto, sacrificandosi per arginare il dilagare dei tedeschi e rimanendo praticamente annientato dalle micidiali perdite subite.

Nel frattempo, nel Bois d’Haumont, il Maggiore Bertrand veniva informato di grandi masse di fanteria nemica all’attacco e sospendeva all’ultimo minuto l’attacco previsto per le 8.30. Ma ancora una volta i problemi di comunicazione dovuti ai fili interrotti dal terrificante bombardamento tedesco, hanno causato interruzioni nella catena di comando e un reparto, il 165° comandato dal Tenente Derome, non avendo ricevuto il contrordine, all’ora zero si è lanciato da solo in un attacco coraggioso ma dall’esito scontato: l’intera compagnia è stata annientata e solo cinquanta soldati, tra cui il Derome, feriti e malconci sono stati catturati dalle avanzati truppe tedesche.

Sfruttando le brecce aperte in più punti del fronte, le truppe tedesche si sono avvicinate al villaggio di Haumont dove però sono state a lungo respinte dalle mitragliatrici francesi posizionate nelle poche strutture sopravvissute al bombardamento. In particolare una postazione di mitragliatrici sita sul campanile di Haumont ha martellato gli attaccanti infliggendo gravi perdite e rallentandone l’avanzata e costringendo i tedeschi a ricorrere a nuovi pesanti bombardamenti per ridurre al silenzio i difensori. Sotto il fuoco dei pesanti cannoni da 420, il villaggio di Haumont è stato ridotto ad un cumulo di rovine e i difensori decimati e ridotti a poche centinaia di soldati malconci che però hanno nuovamente respinto gli attacchi tedeschi i quali alla fine, per avere la meglio sui difensori, hanno dovuto ricorrere ai lanciafiamme e dare fuoco al villaggio casa per casa, cantina per cantina, stanando i pochi francesi sopravvissuti e bruciandoli vivi.

Il Bois de Caures, centro dell’offensiva di ieri, è stato anche oggi il teatro principale degli sforzi tedeschi. Sin dalle prime ore della giornata l’artiglieria tedesca si è concentrata con particolare violenza sui resti delle linee francesi. I minenwerfen ( pesanti mortai da 250 e 170 mm ) hanno aperto dei grandi varchi nei reticolati di filo spinato e spazzato via intere trincee causando gravissime perdite. Verso mezzogiorno l’artiglieria tedesca ha allungato il tiro mentre le forze nemiche emergevano dai ripari e rinnovavano l’attacco venendo respinte anche se a caro prezzo.

Sfruttando alcuni varchi, le forze tedesche hanno iniziato ad aggirare le posizioni del Colonnello Drian, il quale, potendo osservare grandi masse di fanteria marciare verso sud, dal proprio posto di osservazione ha più volte cercato inutilmente di richiamare l’artiglieria alleata a martellare il nemico in marcia lanciando razzi segnaletici e cercando un contatto telefonico con le retrovie.

Abilmente disposte da Driant, le forze francesi posizionate nel Bois de Caures hanno respinto più volte le truppe nemiche infliggendo loro pesanti perdite e frammentando i combattimenti in scontri ravvicinati con lancio di granate. Nonostante tutto però, nel corso della giornata, le forze francesi sono state lentamente ridotte uomo per uomo. Finite le munizioni, i francesi hanno iniziato a tirare sassi e a difendersi usando i fucili come mazze ma sono stati infine uccisi o catturati.

Stretti su tre lati, i soldati di Driant hanno respinto numerosi assalti fino a quando le forze tedesche non hanno avvicinato alla prima linea due pezzi da 77 con i quali hanno iniziato a tirare direttamente sulle poche posizioni francesi ancora intatte. Resosi conto dell’indifendibilità della posizione francese, Driant ha quindi raccolto i pochi sopravvissuti, ha bruciato i documenti e ha organizzato una sortita per cercare di sfuggire all’accerchiamento. Le sue forze però sono cadute sotto il fuoco d’infilata di tre reggimenti tedeschi e diversi soldati francesi sono caduti. Lo stesso Driant, cercando di soccorrere un chasseur, si è attardato in una buca di granata, è stato colpito al volto da un colpo di mitragliatrice ed è morto sul colpo. Di tutti i suoi 1.200 soldati meno della metà è riuscita a raggiungere le retrovie e scampare la cattura.

Ma il sacrificio di Driant non è stato vano: le forze tedesche sono rimaste impegnate per molte ore nel Bois de Caures e hanno subito gravi perdite. Secondo alcuni prigionieri, il morale dei tedeschi è stato fortemente scosso dalla strenua difesa dei chasseur di Driant.

Con il calare dell’oscurità le operazioni si sono gradualmente fermate mentre l’artiglieria tedesca riprendeva a martellare in profondità le linee francesi infliggendo gravi perdite alle batterie nemiche, il cui fuoco, nel corso della giornata, non ha fatto che diminuire di intensità. Le perdite da ambo le parti sono state vertigionse. Le truppe tedesche, secondo dispacci di Berlino, ammonterebbero a oltre 2500 morti, tutti soldati scelti e ben equipaggiati, di difficile sostituizione, mentre quelle francesi sono sensibilmente più elevate. Questa considerazione è assai preoccupante in quanto normalmente nelle battaglie sul fronte occidentale i reparti attaccanti sono soliti sostenere le perdite maggiori ed è quindi indice della violenza dell’attacco e della sorpresa sulle forze francesi, colte impreparate.

La notizia della morte di Driant ha subito destato una grande emozione, sia per le modalità della sua scomparsa ( in una battaglia contro forze nemiche preponderanti ), sia per la polemica che aveva sollevato a gennaio per l’impreparazione delle forze di prima linea nella zona di Verdun. Nelle truppe francesi serpeggia un forte malumore e solo oggi si inizia ad intuire che, nonostate Joffre fosse convinto che l’attacco a Verdun fosse solo un diversivo, le forze tedesche sono talmente numerose e ben equipaggiate da lasciar pensare ad un’operazione di grande rilievo destinata a non esaurirsi presto.

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