Karl Liebknecht condannato per tradimento

A seguito dei moti di rivolta a Berlino avvenuti in concomitanza con le manifestazioni dello scorso Primo Maggio, il deputato socialista del parlamento tedesco, Karl Liebknecht, era stato tratto in arresto per aver organizzato e capitanato tali manifestazioni. Le accuse mossegli contro vanno da alto tradimento, certamente la più grave, a disobbedienza e resistenza alla forza pubblica per finire con la distribuzione di volantini sediziosi inneggianti all’Internazionale Socialista.

Alla fine delle indagini il processo è dunque arrivato ad emettere una sentenza e la relativa condanna: 2 anni, 6 mesi e 3 giorni.

Nato a Lipsia il 13 agosto 1871, figlio di Wilhelm Liebknecht, uno dei fondatori del Partito Socialdemocratico di Germania, sin dalla sua discesa in politica si era dimostrato ben più radicale ed intransigente del suo genitore divenendo uno dei primi esponenti delle teorie marxiste durante il suo periodo universitario. Laureatosi in legge, si trasferì a Berlino non appena ebbe finito il periodo di praticantato. Nella capitale aprì insieme al fratello uno studio legale nel 1899. L’anno successivo sposò Julia Paradies dalla quale ebbe 3 figli. La moglie Julia morì prematuramente nel 1911.

La sua attività come avvocato lo vide spesso difendere altri militanti socialisti che finivano processati per le loro attività di propaganda. Dal 1907 al 1910 fu presidente dell’internazionale socialista giovanile. In questo periodo scrisse diversi articoli in cui esprimeva la sua ferma opposizione al militarismo imperante nel Reich. Queste sue posizioni lo portarono ad essere arrestato per 18 mesi.

Nel 1912 la sua elezione al Reichstag come socialdemocratico, e nel momento dello scoppio della guerra fu uno dei principali oppositori alla partecipazione tedesca in questo conflitto ed uno dei principali critici alla “troppo moderata” leadership socialdemocratica di Karl Kautsky.