Iniziata violentissima offensiva austriaca in Trentino

“… Stavano stipati nelle trincee, ognuno armato con due bombe a mano, in attesa, tra sguardi ansiosi, che i primi bagliori dell’alba annunciassero il giovane nuovo giorno…”

Asiago. Monumento della beata Giovanna Maria Bonomo intatto tra le macerie

Asiago. Monumento della beata Giovanna Maria Bonomo intatto tra le macerie

Alla fine la tanto attesa offensiva è arrivata. Alle ore 6,00 di questa mattina l’XI armata austriaca ha iniziato un terrificante bombardamento contro le nostre postazioni. Postazioni che, predisposte non con intento difensivo ma offensivo, erano quindi troppo esposte a questo attacco. L’attacco ha coinvolto la parte occidentale del fronte Trentino sino alla Val d’Astico. L’altopiano di Folgaria, da solo, poteva contare di 250 pezzi d’artiglieria che avevano preso di mira le linee italiane. Dall’altopiano di Lavarone altri 120 pezzi avevano il compito di colpire d’infilata le linee italiane. L’effetto è devastante. Sono impiegati anche i pezzi più moderni dell’arsenale imperiale, gli obici da 380 mm (posizionati  sull’Altopiano di Luserna, a Costalta ed in Val Lagarina) e 3 obici da 420 mm (sul Monte Rover, a Levico ed a PAlù di Volano). Un altra minaccia importante arriva dalle sponde del lago di Caldonazzo: da qui un cannone d’assedio Skoda da 350 mm ha aperto il fuoco su Asiago, usufruendo del supporto aereo di un ricognitore Taube che ha consentito di aggiustarne il tiro. Questo cannone è in grado di sparare proiettili da 700 kg sino ad una distanza di 32 km. Sull’Altopiano di Asiago la popolazione fugge dai paesi di Asiago, Rotzo e Roana per paura dei bombardamenti che hanno niziato a colpire soprattutto Asiago.

La precisione e l’intensità del tiro delle artiglierie austriache è devastante. Verso le 9 il tiro di inquadramento è ormai terminato, i colpi ora giungono per annientare le nostre posizioni ormai perfettamente “centrate” dagli artiglieri nemici. Un colpo è caduto su Piazzale Pertile Asiago radendo al suolo gli edifici. Miracolosamente la statua dedicata alla Beata Bonomo è rimasta intatta tra le macerie. Durante il bombardamento dalle trincee austriache i soldati osservavano gli effetti dei loro colpi addirittura uscendo dalle trincee, quasi increduli dalla devastante potenza di fuoco, alcuni cantavano addirittura. L’effetto psicologico sui soldati italiani, colti di sorpresa e costretti a rifugiarsi alla meglio è pesantissimo. L’assalto della fanteria austriaca che ha seguito il connoneggiamento ha impattato le linee italiane senza che i nostri fanti si fossero resi conto che il bombardamento era finito. Alcuni sono stati fatti prigionieri che erano ancora riparati in grotte o trincee. L’intera ala destra del Gruppo di Armate dell’Arciduca Eugenio era scattato all’assalto dalla Val Lagarina alla Val d’Astico presidiate dalle nostre truppe della 37°, 35° divisione e dello sbarramento Agno-Posina. L’VIII Corpo d’Armata austriaco avanza in direzione Vallarsa e delle dorsali dello Zugna e del Pasubio.

La VI Brigata da montagna austriaca, avanzante in Val’ d’Adige è arrivata nei sobborghi di Rovereto ed ha occupato il comune di Lizzanella. La stessa brigata è poi risalita lungo la dorsale dello Zugna attaccando le nostre trincee e costringendo il 207° Reggimento della Brigata Taro a ritirarsi verso Albaredo e Grottole sotto il tiro incrociato delle mitragliatrici nemiche a causa del terreno scoperto che erano costretti a percorrere.

In Val Terragnolo un primo assalto del nemico verso San Colombano è stato respinto ma i successivi attacchi, ben supportati dalle artiglierie hanno consentito algli austriaci di sfondare a Senter e poter quindi iniziare a scendere a fondovalle. I KaiserJäger a Costa d’Agra hanno sorpreso il 69° Reggimento della Brigata Ancona riuscendo a conquistare la cima. Su Monte Coston la Brigata Cagliari ed il battaglione alpino Vicenza tentarono per l’intera giornata di reggere l’urto ma alla fine dovettero cedere. Diversa sorte invece sul Soglio d’Aspio dove il 64° Reggimento della Brigata Cagliari riuscì a respingere il 59° Reggimento Rainer austriaco.

Pattuglie in esplorazione austriache sono avanzate in Val d’Astico sino a Lastebasse supportati da un nucleo di veterani provenienti dalla Galizia soprannominati il “Corpo di Ferro” (Eisernes Korps) per il valore dimostrato. Qui le artiglierie hanno colpito Pedescala e distrussero il Forte di Punta Corbin. La Valsugana ha visto l’assalto al Monte Collo, qui le nostre difese, affidate alla Brigata Jonio sono riuscite a respingere il nemico.

Il generale Pecori Giraldi prese subito le primo contromisura, anche se forso alquanto disordinate in quanto non ancora ben conscio di quanto stesse accadendo: il 201° Reggimento della Brigata Sesia è stato fatto confluire a Monte Toraro e Monte Maggio, il 202° è mandato a Valli dei Signori, verso il Pasubio. Altri rinforzi furono mandati verso la Zugna torta. Le artiglierie da montagna, a rischio cattura da parte degli austriaci, furonofatte arretrare per essere riposizionate in località sicure.

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