Il Col di Lana in mano italiana

Nonostante le avversità climatiche, nel settore delle Dolomiti i reparti italiani hanno compiuto un’audace impresa sul Col di Lana (2.452 metri). Da questa posizione dominante, gli austriaci continuavano ad infliggere perdite consistenti ai fanti che tentavano senza successo di impadronirsi della vetta. Per evitare lo stillicidio di caduti, gli italiani avevano costruito dei ricoveri sotterranei ad opera di reparti specializzati del genio; da qui l’idea di prolungare le gallerie sotterranee fin sotto la cima del monte, al fine di minarla e farla saltare. Dopo aver ricavato una galleria lunga circa un centinaio di metri, è stata posizionata una mina carica di 5.500 Kg di gelatina esplosiva che è stata fatta brillare alle ore 23,35 di ieri 17 aprile.

L’esplosione ha causato l’apertura della vetta del monte e lo sconvolgimento delle trincee nemiche, aprendo un cratere profondo 12 metri. Immediatamente, come stabilito dai piani operativi, l’artiglieria italiana ha aperto il fuoco sulle posizioni austriache; terminato il bombardamento, i soldati del 59° fanteria della brigata Calabria hanno dato inizio all’assalto, che ha portato alla conquista della cima del Col di lana, facendo prigionieri 140 soldati austriaci. La risposta non si è fatta attendere: l’artiglieria nemica ha subito preso a bersagliare  gli italiani insediati sulla vetta infliggendo loro gravi perdite. Il conseguente contrattacco austriaco è però fallito difronte alla tenace difesa, per cui la cima del Col di lana è rimasta saldamente in possesso degli italiani.

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