I turchi contro la popolazione armena

Notizie di eccidi e violenze ad opera dell’Esercito Ottomano contro la popolazione civile armena cominciano ad arrivare in Europa.
Lo scorso ventiquattro aprile le autorità ottomane hanno dato inizio alla sistematica chiusura di scuole e chiese, all’arresto di scrittori e giornalisti ed esponenti del clero cristiano, e nella sola notte tra il 24 ed il 25 aprile più di seicento persone sono state uccise.
Le milizie che stanno compiendo gli atti di efferatezza contro la popolazione armena sono costituite da curdi, circassi e ceceni (spesso ex detenuti che hanno avuto la libertà in cambio dei loro servigi) che si sono dati a stuprare, torturare e mutilare migliaia di persone; nel frattempo 250.000 soldati armeni che si erano valorosamente battuti contro i russi sono stati smobilitati e incaricati di scavare le loro stesse fosse comuni, per poi essere massacrati a colpi di mitragliatrice. Inoltre anche i notabili armeni residenti per lavoro a Costantinopoli sono stati arrestati e massacrati.
Nelle regioni cecene del Caucaso i maschi adulti sembra siano stati uccisi a centinaia (forse migliaia), mentre le donne e i bambini sono stati raggruppati e sono cominciate le deportazioni con estenuanti marce nel deserto senza cibo ne’ acqua. Le violenze ottomane contro gli armeni hanno in verità origini antiche. Già dal finire del secolo scorso il Sultano Abdul Hamid II diede ordine a reparti dell’esercito di agire contro quello che era considerato un nemico interno filorusso, filoccidentale e, naturalmente, di religione cristiana.
Oggi, con il pretesto della guerra e le conseguenti accuse di tradimento a favore dei russi, le violenze dei turchi contro gli armeni hanno avuto una recrudescenza che è arrivata fino alle brutalità di cui oggi gli armeni sono oggetto. La classe dirigente panturchista dei Giovani Turchi attualmente al governo dell’Impero Ottomano intende chiaramente risolvere alla radice la questione di questa etnia cristiana che guarda all’occidente e che ha fatto propri gli ideali di stampo occidentale riguardanti libertà e stato di diritto (inutile aggiungere che i beni e le terre degli armeni uccisi o deportati sono stati oggetto di sequestro e rapina da parte dei turchi), e che rappresenta un ostacolo alla creazione di uno stato nazionale incentrato sull’omogeneità etnica e religiosa. Se le violenze turche contro gli ameni non cesseranno le cifre del massacro sono certamente destinate e raggiungere proporzioni inquietanti.

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